Gli impegni di fine legislatura
Se, come annunciato pubblicamente dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le Camere verranno sciolte domenica 29 gennaio, per le Assemblee di Montecitorio e palazzo Madama restano a disposizione una decina di sedute per approvare le ultime leggi del quinquennio 2001-2006. Poi ci sarà ancora tempo per altre votazioni, ma si tratterà soltanto di convertire decreti legge in scadenza. Un'incombenza che già dai prossimi giorni impegnerà deputati e senatori, che quindi avranno poco tempo per approvare altre leggi. A partire da quel provvedimento di clemenza invocato da più parti, che perciò rischia di restare lettera morta e di essere consegnato alla prossima legislatura. Dopo la marcia di Natale e la seduta straordinaria svoltasi a Montecitorio il 27 dicembre scorso, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha invitato la commissione Giustizia a elaborare un testo da consegnare all'Aula. La discussione ripartirà dall'indulto, ma viste le posizioni espresse dai vari partiti è difficile che entro la fine del mese i due rami del Parlamento riescano ad approvare una legge in materia, considerando anche la necessità della maggioranza qualificata dei due terzi. Praticamente impossibile arrivare ad una nuova legge sulla par condicio, sollecitata fino alla conferenza stampa di fine anno da Berlusconi, stoppato però da Casini che, proprio ricordando il calendario parlamentare, ha commentato con un secco: «stiamo parlando del nulla». Non è da escludere comunque che fino all'ultimo Forza Italia tenti di studiare qualche ecamotage che prima delle elezioni consenta di avere una norma in grado di rivedere la distribuzione delle presenze televisive dei vari partiti, in modo da rispettare la consistenza parlamentare degli stessi. Sembra nettamente improbabile in ogni caso la prova di forza del decreto legge, sia per la netta contrarietà alla modifica della par condicio espressa a più riprese dall'Udc, sia per l'effetto dirompente che avrebbe una scelta del genere.