Draghi debutta a palazzo Koch
L'ormai ex vice presidente di Goldman Sachs già nei primi giorni di questa settimana varcherà il cancello di Palazzo Koch per definire tutti gli aspetti logistici che preludono al primo giorno di lavoro in via Nazionale, previsto invece per l'inizio della prossima settimana. I prossimi giorni occuperanno Draghi in tutte le operazioni necessarie, quelle formali e quelle più pratiche, come la scelta della stanza che lo ospiterà a Palazzo Koch, per chiudere definitivamente con il recente passato ed iniziare ufficialmente l'avventura alla guida della Banca d'Italia. Da una parte l'addio alla banca d'affari americana e dall'altra il passaggio di consegne, che sarà graduale, con il direttore generale facente funzioni, Vincenzo Desario. In mezzo, con ogni probabilità, la chiusura formale dell'istruttoria sull'Opa lanciata da Unipol su Bnl. L'avventura iniziata sei mesi fa da Giovanni Consorte sembra infatti essere arrivata al capolinea. La Banca d'Italia dovrebbe pronunciarsi in settimana, dicendo no all'acquisizione dell'istituto di credito da parte della compagnia assicurativa. E se la chiusura dell'istruttoria metterebbe definitivamente da parte ogni illazione su un potenziale conflitto di interessi per Draghi, visto che Goldman Sachs è stata uno degli advisor che hanno supportato il Bbva nel lancio dell'opa, poi fallita, su Bnl, proprio il destino della banca romana e le nuove strategie di Unipol saranno i primi nodi da affrontare per il nuovo Governatore. Il provvedimento della Banca d'Italia aprirebbe infatti scenari complessi, sia per il futuro di Bnl che per quello di Unipol. Scenari che Draghi sarà chiamato a gestire in prima persona, garantendo quell'imparzialità e quella trasparenza che secondo molti il suo predessore non avrebbe garantito. Con gli scandali finanziari che monopolizzano le cronache giudiziarie, e dopo le dimissioni di Antonio Fazio di fatto imposte dall'esterno, su Draghi sono puntati i riflettori delle istituzioni, della politica e del mondo economico nazionale e internazionale che ripongono in lui le aspettative di una svolta radicale per la nuova Banca d'Italia, ridisegnata dalla riforma del risparmio. Lo attendono cambiamenti che vanno oltre le procedure di nomina e di revoca del Governatore e la durata del suo mandato e che si ripercuotono direttamente sulla gestione del potere all'interno della Banca centrale. Una rivoluzione che riguarda anche l'organizzazione del lavoro. Andranno ricovertite diverse professionalità interne e quindi anche il rapporto con la componente sindacale, deteriorato con la gestione Fazio, assume una rilevanza centrale. Draghi, in sostanza, dovrà lavorare per ricostruire fiducia all'interno e all'esterno di via Nazionale. Al nuovo Governatore viene chiesto di ridare credibilità internazionale all'istituzione, a partire dal primo appuntamento di rilievo utile, il G7 di Mosca dell'11 febbraio. «Trasparenza» è invece la parola chiave indicata per riconquistare la fiducia dei risparmiatori, su cui pesano ancora gli scandali Cirio e Parmalat e il clima di poca imparzialità percepito all'esterno in questi lunghi mesi di battaglie finanziarie.