Toro lascia «Unità per la Costituzione»
Lo fa per evitare che il suo coinvolgimento nell'inchiesta della procura di Perugia, che lo accusa di rivelazione di segreto d'ufficio in relazione al caso Bnl-Unipol, possa essere strumentalizzato a danno del gruppo che guida dall'aprile scorso. Una scelta apprezzata dalla corrente, che molto probabilmente gli confermerà la fiducia, invitandolo a restare. Toro matura la sua decisione a pochi giorni di distanza dal suo interrogatorio da parte dei magistrati di Perugia previsto per il 13 gennaio e quasi alla vigilia del molto probabile avvio di un fascicolo su di lui al Csm, in conseguenza dell'indagine penale; e dopo aver sentito i vertici di Unicost. La sua intenzione iniziale sarebbe proprio quella di dimettersi, ma sono questi colloqui che gli confermano che la corrente non vuole che lasci, convinta della sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati, a fargli fare un'altra scelta meno traumatica: rimettere, con una lettera, il mandato nelle mani del segretario generale Marcello Matera, cioè autosospendersi. Una iniziativa che, a differenza delle dimissioni, non impone l'immediata convocazione del parlamentino della corrente, l'organo che ha eletto Toro presidente e che, stando così le cose, si pronuncerà sul caso non prima di un mese, secondo il calendario già fissato. Una riunione che potrebbe avvenire in uno scenario diverso dall'attuale, quando le indagini di Perugia potrebbero aver preso anche un'altra piega per il procuratore aggiunto di Roma. Nella lettera al segretario della corrente, Toro definisce «doverosa» la sua scelta «a tutela dell'immagine» di Unicost per evitare strumentalizzazioni; un riferimento che potrebbe essere rivolto anche alle altre correnti della magistratura, già impegnate in un confronto serrato in vista delle prossime elezioni del Csm. A Toro la segreteria di Unicost risponde manifestando «sincero apprezzamento» e sottolineando «la certezza che tutti gli organi istituzionali faranno chiarezza sulla vicenda con il necessario rigore e la doverosa tempestività» e la sicurezza che il pm romano dimostrerà «l'assoluta correttezza del suo operato». Certezza che potrebbe spingere i consiglieri di Unicost al Csm a premere sull'acceleratore perché gli accertamenti del Consiglio su Toro siano il più possibile tempestivi. Quanto a Francesco Castellano, l'altro magistrato di Unicost sotto indagine a Perugia, lunedì la Prima Commissione del Csm potrebbe aprirgli la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità; ed è possibile che il relatore Francesco Menditto (Magistratura democratica) accompagni la richiesta di avvio della procedura con il contestuale deposito della contestazione scritta.