Rutelli e Casini, la scommessa dei poteri forti
Sapendo che prima o poi dovranno incontrarsi. Perché Casini e Rutelli sanno che su di loro ha scommesso chi oggi tiene in mano le leve del potere economico, quei poteri forti che hanno già abbandonato di fatto Berlusconi e Prodi e che dopo la vicenda Unipol si sono liberati anche di quelle — poche — simpatie che avevano nei confronti dei Ds. Una scommessa che guarda lontano, oltre le prossime elezioni dove le alleanze sono già ben definite. Ma dopo, le due coalizioni, sono in molti a scommetterlo, dovranno essere ridisegnate. E a quel punto Casini e Rutelli giocheranno la loro partita, pronti a coalizzarsi e a formare un asse attorno al quale saranno poi costretti ad allearsi, volenti o nolenti, gli altri partiti. Del resto non sono un mistero le simpatie che Della Valle, Montezemolo, Luigi Abete hanno per i due centristi. E quanto in fretta, dopo la storia della scalata Bnl-Antonveneta, abbiano abbandonato le simpatie che ancora nutrivano nei confronti della Quercia. Ne è stato un esempio la puntata di «Matrix» di alcune sere fa alla quale hanno partecipato proprio Della Valle, insieme con Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. Il primo ha dispensato a piene mani freddezza verso l'esponente della Quercia mentre ha continuamente «strizzato l'occhio» al presidente della Camera. Che i due piacciano particolarmente ai «poteri forti» del Paese lo dimostra anche il rispetto con cui vengono trattati dal Corriere della Sera. Mai un attacco, piuttosto un quotidiano che è una vetrina privilegiata quando i due devono annunciare qualcosa urbi et orbi. Lo ha fatto, ad esempio, il presidente della Camera quando, il giorno prima della riunione della segretaria Udc nella quale si è dimesso Marco Follini, ha voluto mandare un segnale proprio all'ex segretario. E lo ha fatto, più volte, anche Rutelli quando è voluto intervenire su questioni interne del centrosinistra. Certo, fra Casini e Rutelli al momento c'è quel partito democratico con i Ds. Ma proprio il caso Unipol potrebbe aver disegnato un nuovo rapporto tra gli attuali alleati nel centrosinistra. Le vicende giudiziarie e le intercettazioni hanno infatti messo in una situazione di netta supremazia la Margherita rispetto alla Quercia. Motivo che ha spinto il partito di Rutelli a mettere la sordina ad attacchi e polemiche nei confronti degli alleati. Non c'è alcun bisogno di insistere sulla questione morale, sulle diversità, perché sono i fatti e le polemiche cavalcate dai giornali a mettere in difficoltà i Ds. E a stabilire che è la Margherita il partito più forte dell'Unione. Quanto sopporterà la Quercia tutto questo? Intanto Giuliano Amato, ieri, da Reggio Emilia dove ha celebrato, insieme alle autorità locali, il duecentonovesimo anniversario della nascita del Tricolore, ha avvertito entrambi i partiti che farsi la guerra non serve a nessuno se non a far vincere Berlusconi. «Quando due si marcano fra di loro, poi la corsa la vince un terzo — ha commentato — Questa è la mia preoccupazione: ci siamo ancora lontani, ma se la corsa viene impostata così il rischio esiste. Su tutta questa vicenda non ho per il centrosinistra e per i suoi esponenti alcuna preoccupazione di tipo giudiziario. Ho una forte preoccupazione politica, perché questa storia può esasperare la voglia di autoaffermazione di ciascuno dei due maggiori partiti della coalizione l'uno rispetto all'altro. E quindi — ha concluso — creare un clima di concorrenza tra di loro che diventi più forte della concorrenza dell'Unione nei confronti del centrodestra».