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«L'autorizzazione a Bpi? Un atto dovuto»

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Parla il difensore dell'ex governatore della Banca d'Italia

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E, dunque, la convinzione è che non potesse non essere rilasciata «in relazione ai dati in suo possesso». E, comunque, il prof.Coppi rileva che Fazio metterà in campo «la reazione dovuta» contro chi aveva «interesse a ingannarlo». Si sta surriscaldando il clima attorno all'inchiesta milanese sulla scalata ad Antonveneta, inchiesta che ormai si è diramata nei filoni su Bpi e le scalate Unipol-Bnl e Rcs e che, la settimana prossima, tra l'altro, ha in calendario alcuni appuntamenti importanti: il faccia a faccia tra il procuratore aggiunto Francesco Greco e i pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti con i colleghi romani con cui hanno in comune parte delle inchieste, la visita degli ispettori ministeriali dovuta alla fuga di notizie, e trasferte all'estero, in particolare a Montecarlo. Questo, mentre da parte sua la Consob fa sapere che «gli atti documentano la costante collaborazione tra la Consob e l'Autorità Giudiziaria», facendo riferimento a indiscrezioni di stampa sulla possibilità che conti esteri siano riferibili anche ad ispettori di organismi di vigilanza. Intanto il prof. Franco Coppi, che già aveva spiegato che Fazio sarebbe stato ingannato, in particolare dall'ex ad di Bpi, Gianpiero Fiorani, è ritornato su questa tesi: «si tratterà di vedere chi aveva interesse ad ingannarlo. E da parte del dottor Fazio ci sarà la reazione dovuta».

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