Cicchitto: «D'Alema pensi a fare autocritica»
L'esponente della Cdl punta il dito contro i conflitti di interesse della sinistra
Per fare questa difesa totale di tutto ciò che i Ds hanno detto e fatto in materia di Opa, l'on. D'Alema rischia di rimuovere il passato e per il presente di scambiare fischi per fiaschi e lucciole per lanterne». Lo ha dichiarato il vicecoordinatore di Forza Italia, Fabrizio Cicchitto. «Il suo vittimismo - ha aggiunto - è insieme patetico e grottesco. Infatti nel passato sono stati i massimi dirigenti del Pci prima, e del Pds dopo, a cavalcare sia le violazioni del segreto istruttorio, sia l'uso politico della giustizia in quanto tale per distruggere il Psi, i partiti laici, una larga parte della Dc. La collezione dell'Unità di quegli anni è una colonna infame del giustizialismo. Poi l'operazione fu ritentata contro Berlusconi». Il vice coordinatore di Forza Italia fa un richiamo alla vicenda della violazione del segreto istruttorio. «Nel novembre del 1994 - ricorda Cicchitto - gli esponenti del Pds cavalcarono la tigre della violazione del segreto istruttorio fatta a Milano da qualche magistrato in posizione strategica di intesa con il «Corriere della Sera» attraverso la pubblicazione dell'avviso di comparizione a Berlusconi, che poi sarà assolto circa 10 anni dopo. Nel 1996 i Ds fecero la campagna elettorale cavalcando la testimonianza dell'Ariosto, che successivamente la magistratura giudicante ha ritenuto del tutto destituita di credibilità. Quindi, prima di fare la vittima l'onorevole D'Alema dovrebbe fare una seria autocritica per il passato». «Quanto al presente - prosegue Cicchitto- la questione morale, prima sulla scalata Unipol alla Bnl poi sul contenuto delle telefonate chiave tra Consorte e Fassino, è stata sollevata da esponenti della Margherita e poi all'interno stesso dei Ds. Al decollo dell'Opa a sollevare il problema della questione morale sono stati Rutelli e il dr. Della Valle. Adesso a sostenere che l'incriminazione per associazione a delinquere nei confronti di Consorte dovrebbero guardare come logica conseguenza anche gli esponenti politici che hanno sostenuto l'operazione, tra cui anche parlamentari diessini, è stato l'on. Di Pietro. Chi ha sollecitato una sorta di squalifica morale nei confronti dell'on. Ugo Sposetti è stato Gad Lerner. Non è stato il centrodestra, ma il prof. Guido Rossi a definire palazzo Chigi come "una merchant bank dove non si parlasse inglese". È stato un autorevole collaboratore dell'Unità, Marco Travaglio, riprendendo Guido Rossi, a dire che a palazzo Chigi "entrarono con le pezze al culo e uscirono miliardari". Se i suoi alleati sollevano questo problema-incalza Cicchitto- l'on. D'Alema dovrebbe domandarsi se c'è stato qualcosa che non ha funzionato nei confronti dei Ds e se c'è qualcosa che non funziona nell'alleanza, in una alleanza nella quale si sviluppano contrasti di questa portata». L'esponente di Forza Italia mette in risalto i conflitti di interesse che coinvologno la sinistra. «Per parte loro gli esponenti della Cdl - prosegue Cicchitto - si sono limitati a rilevare che anche i Ds vivono clamorosi conflitti di interesse perché si tratta di un autentico partito-azienda che ha rapporti speciali con le imprese della Lega delle cooperative, con l'Unipol e, attraverso il Comune di Siena, con il Monte dei Paschi. Tutto ciò è così incontrovertibile e risulta evidente -osserva il vicecoordinatore di Forza Italia- anche dal sostegno politico che i Ds hanno dato alla scalata Unipol e dalle conversazioni dell'on. Fassino e dell'on. Sposetti con il dr. Consorte».