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«Se va avanti così ci faremo del male Le intercettazioni? Sono manipolate»

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Trascinato in tribunale con le manette ai polsi e poi chiuso in gabbia, Enzo Carra, ex giornalista de Il Tempo e portavoce di Arnaldo Forlani, venne immortalato su tutte le prime pagine. Forlani parlò di «metodi da Gestapo» e oggi Carra, come tanti ex Dc, è un deputato della Margherita di Francesco Rutelli. Il primo che ha alzato la voce per difendere il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti in merito alle accuse sull'intreccio Unipol-Quercia. A distanza di tanti anni da Tangentopoli, si riparla di giustizialismo. Sembra tornato il clima pesante da caccia alle streghe, con le notizie guidate e sparate su alcuni giornali: che cosa ne pensa lei che ha vissuto questo clima, tempo fa, sulla sua pelle? «Con le dovute differenze, certamente, non è piacevole. Io sono garantista e lo sarò sempre. Anche se stavolta ci si basa sulle carte e non su delle accuse. È tutto scritto, ci sono fatti gravi e sotto gli occhi di tutti, ma ancora è presto per le sentenze definitive... Prendiamo le intercettazioni ad esempio. Certamente là sono state fatte delle scelte. Quindi c'è stata una certa manipolazione, non c'è dubbio». Non crede che i toni siano eccessivi? Che a volte si tende a sparare nel mucchio? «Sì, è probabile. Ma questo è da ascrivere all'esasperazione della campagna elettorale. Non è casuale che questo polverone si scateni alla vigilia delle urne... Io sapevo che la tensione sarebbe cresciuta notevolmente verso le elezioni, ma se già tre mesi prima la contrapposizione tra centrosnistra e centrodestra è così rovente, figuriamoci dopo.. I Ds a questo punto non rinunceranno a difendere il proprio onore, senza esclusione di colpi. Quindi lo scontro pre-elettorale potrà solo peggiorare.... Rischiamo di farci male davvero, sul serio, se i toni rimarranno questi. Insomma, se ne vedranno delle belle». Lei viene considerata una delle «vittime» di Mani Pulite, che differenze vede con Tangentopoli? «Le differenze ci sono eccome. Prima di tutto, ripeto, qui è tutto scritto, documentato, quindi si farà anche prima a raggiungere la verità. Ci sono alla base dei fatti serissimi, che hanno portato alle dimissioni il governatore di Bankitalia. Fatti che hanno visto come protagonisti due istituti bancari importanti e anche la Rcs... Abbiamo scoperto nel giro di pochi mesi quello che non avremmo mai immaginato.... Poi, purtroppo la politica su queste cose va sempre a rilento... E la magistratura è intervenuta, come accadde con Mani Pulite. Ma stavolta è tutto scritto. Le intercettazioni ci sono ma sono un fatto esteriore, estetico. Quello che conta sono le carte. Ripeto: l'uso delle intercettazioni contiene sicuramente degli aspetti da caccia alle streghe, ma la stampa, ad esempio, non mi sembra che si sia accanita più di tanto...». Eppure per le accuse su Unipol i Ds si sono ribellati come se si trattasse di lesa maestà. «Fanno bene a lamentarsi, non so che cosa ci sia di vero, ma la cosa è delicata. Il legame della Quercia e prima del Pci con le cooperative dura dall'800, da sempre le coop erano considerate una forma di economia alternativa al capitalismo, trovo ipocrita dire che non se ne interessavano più...». Quindi i Ds sono ipocriti a prendere le distanze dalle coop e dai loro affari? «Nel furore attuale, che tende a spazzare via tutto quando pare "contaminato" da Unipol, bisogna distinguere quello che non andava fatto e cioè gli arricchimenti personali, dalle altre questioni. Non dimentichiamo che in Italia ci sono cooperative "rosse" ma anche quelle "bianche" e si tratta di una forma di associazionismo che conta nell'economia italiana...», Non si può fare quindi di tutta l'erba un fascio? «Nei grandi scandali italiani si tende sempre a buttare via anche il bambino con l'acqua sporca». Scusi, in questo caso chi è il bambino? «Sia chiaro che non voglio ridimensionare la gravità dei fatti, ma l'Opa su Bnl inizialmente non sembrava un'operazione economica condannabile...Le colpe sono dei singoli e di quei personaggi che con loro sono stati coinvolti».

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