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Elettori sfiduciati dal caso-coop Si riduce il distacco tra i Poli

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Per Nicola Piepoli l'opposizione «resta avanti di 4-5 punti, ma rispetto ai dati di fine dicembre la lista ulivista Ds-Margherita (oltre il 30%) ha perso un punto percentuale. La flessione deriva dalla vicenda Consorte-Unipol, quindi riguarda esclusivamente i Ds». Per Mannheimer invece «più di un quinto dell'attuale elettorato di centrosinistra dichiara che la vicenda ha influenzato, almeno in parte, la sua scelta di voto». Per Nicola Piepoli, comunque, il punto perso dal listone non è «andato a vantaggio di nessuno in particolare» ma piuttosto si è «disperso tra gli altri partiti». Sempre secondo il sondaggio, sul fronte del centrodestra Forza Italia è al 20 per cento mentre Alleanza Nazionale oscilla tra il 12 e il 13%. Ecco poi come Piepoli vede gli altri partiti: Rifondazione Comunista «stabile al 6%», la Lega Nord «sfiora il 6%» mentre l'Udc è «un filo sotto». I Verdi si attestano «oltre il 2%, ma non di molto», l'Udeur «rischia di non superare il tetto del 2%, ma se si unisce a Lombardo rischia molto meno», mentre i Comunisti Italiani «non corrono il pericolo di non superare il 2%». Chi rischia invece è l'Italia dei valori che «rischia di non passare il 2%». Infine la Dc di Rotondi e Alternativa Sociale della Mussolini «si dovranno aggregare con qualcuno, perché ora sono sotto la soglia del 2%». Nonostante il distacco tra i due schieramenti, Piepoli ritiene che grazie alla nuova legge elettorale, sia «un'ipotesi attendibile» che «la Cdl vinca al Senato» per il diverso peso delle Regioni. «Le grandi regioni — spiega Piepoli — pesano in termini di maggioritario, ad esempio la situazione della Lombardia è diversa rispetto a quella della Basilicata. La forza numerica senatori che sforna la Lombardia è differente da quella della Calabria o della Basilicata. È quindi possibile che si vada a un pareggio. Ci sono in particolare tre regioni cardine: Lombardia, Lazio e Puglia». Soprattutto in Puglia, secondo il sondaggista, «il distacco tra destra e sinistra è praticamente zero, perché non c'è il problema di Fitto contro Vendola. Un pareggio non è molto probabile ma è attendibile». Anche Renato Mannheimer per il Corriere della Sera arriva alla stessa conclusione, dando però un maggior numero di informazioni sulle «sensazioni» degli elettori. «La vicenda Unipol-Ds — spiega il sondaggista — è stata seguita in misura superiore a quanto normalmente si rileva per gli avvenimenti politici. Tre italiani su quattro hanno almeno "sentito parlare" della vicenda e più di un terzo dichiara di averla seguita con attenzione. Queste percentuali si elevano isolando l'elettorato di centrosinistra: qui gli avvenimenti hanno interessato, sia pure con accentuazioni diverse, quasi l'80 per cento». «Vi possono essere conseguenze elettorali significative — prosegue Mannheimer — Ma appare assai improbabile che ciò comporti un flusso di voti dai Ds (o, ancora meno, degli altri partiti di opposizione) verso le forze di maggioranza. Come si sa, gli spostamenti diretti da una coalizione all'altra sono poco frequenti: e sarebbero assai meno in questa specifica occasione. Più plausibile è, invece il diffondersi della tentazione di astenersi». «È tuttavia arduo — avverte il sondaggista — stimare in che misura la presa in considerazione della possibilità di disertare le urne si trasformi poi in un reale comportamento astensionista. Vi si contrappone infatti la spinta a a votare legata a molteplici fattori, tra cui il diffuso desiderio di sconfiggere il governo». Nei giorni scorsi c'era stato un altro sondaggio di Nicola Piepoli, stavolta pubblicato dall'Espresso, sull'operato del governo Berlusconi: nel corso degli ultimi cinque anni è stato positivo per il 28 per cento degli interpellati, né positivo né negativo per il 37 per cento: insomma, il 65 per cento del campione non boccia i ris

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