Bnl e Monte Paschi, riparte il risiko bancario

Dopo il fallimento della scalata di Lodi all'Antonveneta e il sempre più difficile cammino dell'Opa Unipol sulla Banca nazionale del lavoro, il mondo bancario guarda al futuro e già si scommette su nuove aggregazioni e riassetti. In prima fila c'è un possibile rientro in partita degli spagnoli del Bbva, ex azionisti di riferimento della banca romana guidata da Luigi Abete che potrebbero mettere il cappello sull'istituto di via Veneto. Ma i riflettori sono puntati anche su un eventuale riavvicinamento fra la compagnia assicurativa bolognese e il Monte dei Paschi di Siena dopo la sostituzione dell'ad di Unipol, Giovanni Consorte, con Pier Luigi Stefanini e l'arrivo del presidente di Unicoop Firenze Turiddo Campaini alla guida di Finsoe (la finanziaria che controlla Unipol). Una scelta che ha sancito il riavvicinamento tra coop emiliane e toscane. I titoli coinvolti nella partita che si gioca fra Roma, Bologna e Siena ieri hanno archiviato così una seduta di Borsa in netto progresso: Bnl +1,94% (a 2,891 euro) e Unipol +2,2% (a 2,56 euro). In calo invece Mps che ha perso lo 0,76% a 3,92 euro. Se Bankitalia dicesse no all'Opa su Bnl, come è possibile che succeda la prossima settimana, Unipol entro un anno dovrà scendere sotto il tetto del 30% dell'istituto romano. La corsa per la conquista della banca di Via Veneto così si riaprirebbe e se da più parti, si ipotizza una nuova discesa in campo del Bbva, voce comunque non confermata da Bilbao, non si esclude comunque l'ingresso di un gruppo creditizio italiano. Su un altro fronte, la nomina di Campaini alla presidenza di Finsoe è letta come un possibile ravvicinamento fra Mps ed Unipol, nonostante le ripetute smentite del presidente della Fondazione Mps, Giuseppe Mussari, che respinge qualsiasi ipotesi di riavvicinamento del Monte e Bologna se prima non sarà risolta la questione dell'Opa su Bnl. Occhi puntati anche su Bpi, che fallita la scalata all'Antonveneta adesso potrebbe diventare una (costosa) preda. E i grandi player del credito italiano (Banca Intesa, Unicredit, San Paolo e Capitalia) già affilano le armi in cerca di nuove opportunità per crescere.