Otto per mille, la Sicilia fa manbassa

Ne sanno qualcosa i senatori e deputati della Commissione Bilancio che in questi giorni sono alle prese con la discussione dello schema di decreto del presidente del Consiglio riguardante la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'Irpef. Un provvedimento ormai al quale solo i senatori dovranno dare il loro parere, dopo quello favorevole dei colleghi deputati, e che come è chiarito nello stesso decreto provvederà «a stanziare risorse per la realizzazione di iniziative volte alla promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio». In breve si tratta di 27 milioni 305milioni di euro che saranno distribuiti come una pioggia su enti, associazioni e Comuni, tutelando così l'ambiente e i beni culturali. In realtà il percorso del decreto sia stato semplice, anzi a dire il vero la strada è stata molto accidentata. Non è una novità. Ogni anno questo decreto è accompagnato da una sorta di lotta per accaparrarsi l'ultimo euro di finanziamento da destinare ad associazioni o iniziative considerate meritevoli. E così anche stavolta il decreto ha attraversato un vero e proprio fuoco di sbarramento da parte della maggioranza e dell'opposizione. Il tutto perché all'inizio il Governo aveva previsto solo 11milioni 812mila euro dalla raccolta dall'otto per mille dell'Irpef. Una riduzione di circa il 50 per cento rispetto alle risorse dello scorso anno, passando da 20 milioni 517mila 592 euro a poco meno di 12. Infatti i 27 milioni che oggi sono previsti nel decreto che all'indomani delle feste natalizie sarà discusso dalla Commissione Bilancio del Senato non sono altro che un «regalo» o meglio una concessione fatta dal Governo ai parlamentari che avevano protestato per la scarsità delle risorse previste per il 2005. Troppo pochi quindi 11 milioni di euro per la messe di richieste di finanziamenti che i parlamentari avevano in serbo, senza contare che la campagna elettorale alle porte non ammette sconti di nessun tipo. Così su questa cifra si è scatenato lo scontro, sia nella Commissione Bilancio della Camera che del Senato portando addirittura alla decisione dei deputati, lo scorso 11 novembre, a sospendere il giudizio sul decreto in attesa di chiarimenti e aumenti di budget da parte del Governo. Tutto fermo, ma fino al 22 dicembre, cioè a quando con un decreto del ministero dell'Economia è stato possibile recuperare altri soldi. Un sostanzioso arrotondamento che così ha rasserenato gli animi facendo passare il tanto contestato decreto. Ma a rendere ancora più singolare la situazione sono stati i confronti che in Commissione si sono consumati, come nel caso dei sue senatori della Casa delle Libertà, Cosimo Izzo, di Forza Italia e quello di Alleanza nazionale, Lamberto Grillotti. Il primo eletto a Benevento decide di raccogliere il grido di dolore della sua provincia che «ha visto respinte molte istanze che pure avrebbero meritato una più positiva valutazione» e incalza dicendo che «nell'assegnazione delle risorse sembra esservi una prevalenza a favore di progetti relativi ai territori dell'Italia del nord». Ma a Izzo risponde Grillotti, eletto nel collegio di Cremona, che non ci sta e spiega ribaltando la tesi di Izzo che «in realtà una quota significativa di fondi è andata al Centro-Sud penalizzando proprio le regioni settentrionali». Alla fine, però, ritorna la quiete o per lo meno prontamente interviene la mano governativa che mette pace tra tutti elargendo una nuova pioggia di denaro. E la destinazione dei fondi aggiuntivi risulta interessante e ricca di sorprese. Infatti dal dato su scala regionale risulta che la regione più finanziata è la Sicilia che è prima con il 23.7% dei fondi assegnati, ben 6milioni 409mila euro e lasciando al secondo posto l'Emilia Romagna con 3 milioni 080mila euro (11.4%). Un primato per la bella isola che in questo modo potrà restaurare e recuperare il Santuario di San Francesco di Paola a Messina con 2milioni di euro, la cifra massima prevista dal decreto. Ma ci sarà spazio anche per sostenere u