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L'Unità è il giornale più «amato» dal Governo

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Al quotidiano dei Ds 6,8 milioni di contributi statali. Il Manifesto ne incassa 4,4 Avvenire 6

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Dai dati pubblicati per le prima volta sul sito del Governo, relativi all'anno 2003, è possibile stilare una speciale classifica delle varie testate finanziate con soldi pubblici. Al primo posto il giornale dei Ds, L'Unità, che dall'esecutivo guidato dall'"acerrimo nemico" Silvio Berlusconi ha incassato la cifra record di 6 milioni 817 mila euro. L'attuale esecutivo, vista la generosità con cui ha finanziato la testata, può esserne considerato una sorta di azionista di riferimento, nonostante il quotidiano fondato da Antonio Gramsci conduca da sempre una dura battaglia contro il Cavaliere. Bisogna considerare, però, che i contributi pubblici ai giornali sono bipartisan. Tornando alla graduatoria, infatti, L'Unità distacca di parecchio (quasi 3 milioni) i leghisti della Padania, che comunque nel 2003 hanno rimpinguato le casse con circa 4 milioni di euro. Complessivamente ai giornali organi di movimento politico spettano quasi 28 milioni di euro divisi per 13 testate (vedi tabella). Ne hanno beneficiato anche i seguaci di Fausto Bertinotti: a Liberazione, quotidiano di Rifondazione comunista, sono arrivati 3,7 milioni. Europa della Margherita e Il Secolo d'Italia di Alleanza nazionale portano a casa circa 3,1 milioni Un «grazie» ai finaziamenti pubblici, dunque, dovrebbero dirlo una miriade di testate, da quelle più grandi a quelle semi-sconosciute. Giornali apologeti dello statalismo e quelli sostenitori accaniti del liberismo. E ancora cooperative di giornalisti o editi da fondazioni ed enti morali, quotidiani di minoranze linguistiche purché abbiano almeno un rappresentante in Parlamento. Spiccano i contributi erogati ad Avvenire che ammontano quasi a 6 milioni di euro. Il quotidiano cattolico rientra nella composito scenario delle testate edite «da cooperative di giornalisti o da società la cui maggioranza del capitale sociale sia detenuta da cooperative, nonché quotidiani italiani editi e diffusi all'estero e giornali in lingua di confine». In questo calderone figurano 68 giornali che si sono spartiti una torta da 89,4 milioni. Una fetta consistente è andata anche al quotidiano economico ItaliaOggi (5 milioni) e al giornale comunista Il Manifesto (4,4 milioni). Ci sono poi i quotidiani «editi da cooperative costituite entro il 30 novembre 2001, già organi di movimenti politici». In questa categoria (composta da 22 testate che si sono spartite 31,4 milioni di euro) il primato spetta a Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, che ha fagocitato più di 5,3 milioni. Non può lamentarsi neanche Giuliano Ferrara: Il Foglio ha incassato 3,5 milioni. Si arriva poi a testate più piccole, ma non per questo poco voraci. Si va da Linea (Movimento sociale Fiamma Tricolore) con circa 2,6 milioni, a Il Campanile Nuovo dell'Udeur di Clemente Mastella. Al banchetto partecipano anche i grandi giornali: come La Repubblica (1.351.640 euro) e Il Corriere della Sera (714.186 euro) a titolo di contributi per «quotidiani teletrasmessi in Paesi diversi da quelli membri dell'Ue».

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