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La barca di D'Alema «affonda» nei blog

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Insulti e invettive contro il presidente Ds nei diari su internet: «Avesse fatto almeno una cosa da proletario»

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La barca sì. Quella da 600.000 euro in contanti coperti in parte con un conto alla Banca Popolare Italiana di Fiorani. È «affondata» nelle acque tempestose di internet, nel mare mosso dei blog che quando vogliono sanno essere peggio di un'onda anomala. Proletari incazzati sfuggiti al controllo in missione sottomarina hanno tolto il tappo. Grida vergogna il mondo del «topo» virtuale. Più forte urla il popolo della sinistra. «Che vergogna comprare uno yacht a rate — esclama Fabio Pani sul suo omonimo sito — Un vero proletario lo yacht se lo compra in contanti». Battute a parte, tra le righe dei diari virtuali c'è chi è arrabbiato davvero. Per esempio il curatore di «morbin.it»: «Ho una casa di circa 40 metri quadrati, mentre la superficie della vela della barca di D'Alema è attorno ai 200 metri quadri. Il motore della barca di D'Alema, a 145 cavalli, presumibilmente permetterebbe alla mia Vespa, unico mio mezzo di locomozione, oltre a bici e gambe, di decollare verso Saturno». Capito che aria tira sulle maestose vele dello yacht diessino? Venti di tempesta. Tale «berja» su «onemoreblog.it» ricorda che «a un congresso del Pci si discusse per più giorni se fosse etico che un parlamentare percepisse più dell'equivalente del salario di un metalmeccanico». E poi si chiede: «Perché c... io, pensionato, metalmeccanico, disoccupato, etc, dovrei votare uno (offesa omessa) e i suoi "amici" che paga mensilmente più di 8.000 euro per un leasing della sua barca?». La risposta l'abbozza Mario Adinolfi, funzionario del vecchio Pci, ma ancora giovane tanto da essere considerato un enfant prodige della nuova sinistra italiana. Sul suo «marioadinolfi.ilcannocchiale.it» — dove per «cannocchiale» deve intendersi la piattaforma telematica del quotidiano Il Riformista — premette che viene «da una tradizione storica e culturale diversa, che viveva più sobriamente». Ma il problema per Adinolfi non è l'onestà personale di D'Alema, che «non si discute», ma «l'opportunità o meno di una serie di comportamenti che sconfinano nella sindrome di onnipotenza che in politica fa combinare guai» e in questa fattispecie «fa male al centrosinistra». E nel congedarsi dai suoi elettori regala una morale: «Se ritiene opportuno per un dirigente di un popolo, che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, proporsi con il 18 metri privato più costoso della storia della nautica italiana e con le scarpe da tre milioni di vecchie lire al paio, fatti suoi». Provate adesso a immaginare la reazione dell'ala dura e pura della sinistra. Stanno come le vipere in odore di preda. Viviana, su «centomovimenti.it», il blog dei movimenti italiani, non perdona. «D'Alema, come si sa, è un antesignano del progresso e si è accodato prontamente. Ne avesse fatta una di una di mosse proletarie! Si vede che non ci sono più i comunisti di una volta. Mi pare di vederlo, un bel manifesto 20x30 con la promessa mantenuta di Berlusconi: yacht senza sgravi fiscali per tutti! E lui col cappello da nostromo sulle 23. Un figurone!». Viviana non ha dubbi: «Ho idea che se al potere va Baffino, le facilitazioni burocratiche e gli sgravi fiscali agli yachtmen non gliele leva nessuno». Minnie, invece, su «forumalfemminile.it» è sarcastica: «La sinistra si regala la legge "ad barcam". Grazie all'articolo 46 della legge 21 novembre 2000 numero 342, collegata alla Finanziaria dei governi D'Alema e Amato, si sono estesi ai diportisti italiani quei vantaggi fiscali previsti per i committenti extraeuropei. Fatta la legge, l'anno successivo il presidente dei Ds e soci vendettero "Icarus" per il nuovo veliero accendendo un bel leasing auto-agevolato». Su un blog indipendente, ma comunque vicino alla delusione dalemiana, Nino Tarquinio, «nato culturalmente di sinistra» è in difficoltà, si sforza «di coltivare tale cultura», ma «di fronte a tale benessere e la sfrontatezza di palesarlo» e quando poi «il signor D'Alema piange per

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