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Tornano i timori in Forza Italia di una nuova tangentopoli. Nel mirino della magistratura la finanza

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La grande paura della spallata

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Tutto bene quindi? No, affatto, anche perchè, sostiene il capogruppo al Senato Renato Schifani, «la stampa sta trattando in modo assolutamente squilibrato la vicenda Unipol mentre è pronta a scagliarsi addosso a Berlusconi anche quando non ce n'è motivo». Non solo. Secondo l'europarlamentare Giuseppe Gargani «potrebbe esserci la tentazione di riequilibrare i colpi alla sinistra con insinuazioni sul conto di Berlusconi». In via dell'Umiltà si seguono con attenzione le vicende giudiziarie attorno a Unipol e non si nasconde il timore di un ennesimo colpo di coda di «certi ambienti della magistratura» contro Berlusconi. Il premier dal canto suo ha scelto la linea del low profile. Nei giorni scorsi ha detto ai suoi che intende fare «lo spettatore perché con qualsiasi mossa farei il gioco degli avversari». Ma questo non vuol dire che in via dell'Umiltà ci sia tranquillità. La magistratura sta invadendo un campo nuovo in cui finora non si era permessa di entrare. Potrebbe essere la punta di un iceberg e chissà dopo che potrebbe accadere, si sibila tra i deputati di Forza Italia che nonostante il clima festivo continuano a seguire con attenzione le notizie sul caso Unipol. Per Gargani si sta aprendo «un'altra fase che con tangentopoli era rimasta coperta» e questo non potrà non avere conseguenze sulla campagna elettorale. «La dimensione degli affari è enorme. Inoltre un settore sociale quale quello della mutualità del Paese con le cooperative è entrato in crisi perchè strumentalizzato in maniera selvaggia dalla politica e da un partito in particolare». C'è poi chi teme un'invasione di campo della magistratura nella finanza. Per Domenico Contestabile «non è possibile che i magistrati si mettano a fare i banchieri». Gargani è convinto che «questa volta la magistratura non è più tesa a colpire i partiti ma sta intervenendo alla grande per regolare le questioni finanziarie del Paese e per creare un nuovo sistema di credenziali finanziarie a questo o quel soggetto». Insomma si tratta di un «completamento di quello che tangentopoli non aveva fatto». Gargani ritiene che sia in atto «un regolamento di conti all'interno di aree finanziarie del nostro Paese»; inoltre partiti che «hanno vantato tanto moralismo nella Prima Repubblica ora sono coinvolti in affari pubblici e in operazioni spregiudicate come mai era avvenuto in passato al punto che tangentopoli impallidisce di fronte a questo». A fronte di questa situzione Schifani ritiene che la sinistra dovrebbe fare un «atto di autocritica serie sulla vicenda morale». «Mi tornano in mente gli attacchi a Berlusconi sulla presunta scalata al Corriere che oggi appaiono paradossali rispetto a quanto sta accadendo per Unipol». Ma per Schifani resta il fatto della «totale disparità di trattamento tra le vicende di Berlusconi e quelle attuali di Consorte con la tendenza da parte di certa stampa a anestetizzare lo scandalo Unipol. Tanto silenzio sui rapporti tra i Ds e Unipol è davvero imbarazzante». Eppure Schifani si dice convinto che gli elettori «non si lasciano più condizionare da certe strumentalizzazioni».

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