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Ma tutta l'Europa dipende dal gas che viene dall'estero

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La Ue prova a far da paciere tra Putin e Kiev. Domani si riunisce il gruppo di coordinamento sull'energia

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In una Bruxelles ancora in ferie, la Commissione Ue e l'Alto rappresentante per la politica estera, Javier Solana, hanno seguito ieri passo dopo passo gli sviluppi della «guerra» che Mosca e Kiev stanno facendo a causa di quello che continua a essere un prodotto chiave per l'Europa, sia sul fronte dell'industria sia del consumo domestico. Bruxelles, che in serata ha preso nota con sollievo delle dichiarazioni rassicuranti provenienti da Mosca, è in attesa della riunione di domani tra i rappresentanti dei Venticinque del «gruppo di coordinamento», il cui obiettivo fondamentale è proprio quello di assicurare un regolare approvvigionamento del gas in Europa. Il gruppo preparerà un bilancio sulle diverse situazioni dei Venticinque, oltre a studiare eventuali contromisure, verificare i livelli delle riserve Ue e tracciare i possibili scenari, che dipendono dalla durata della crisi. Se gli stati membri e la Commissione concentreranno quindi le proprie azioni su un piano tecnico ed economico, Solana ha invece messo sul tavolo tutto il peso politico-diplomatico dell'Europa per riportare Mosca e Kiev sulla strada del dialogo e dei negoziati. Nel ricordare che Solana è in contatto con il capo della diplomazia ucraina, Boris Tarasiuk, e con alti responsabili del ministero esteri russo, la portavoce dell'Alto rappresentante ha rilevato che le posizioni fra Mosca e Kiev sono «distanti ma non contrapposte», e che il contenzioso non riguarda «questioni di principio» ma di «tempistica». L'Ue ritiene in altre parole che esitano dei margini di manovra, visto che Kiev è disposta a passare dall'attuale sistema di «scambi» (in cui ottiene gas vendendo altri prodotti) ad una in cui dovrà pagare «prezzi di mercato» per il combustibile russo. Il problema è che l'Ucraina — si ricorda a Bruxelles — vuole che tale passaggio avvenga con una transizione più lunga di quanto è disposta a concedere Mosca. Sullo sfondo di questa improvvisa crisi energetica, l'Europa si ritrova però a fare i conti con quello che è uno dei dati chiave del proprio profilo energetico, e cioè la forte dipendenza dall'estero. Un recente rapporto firmato dal predecessore di Piebalgs, Loyola De Palacio, ricorda per esempio che insieme agli innegabili vantaggi («flessibilità d'impiego, minor inquinamento rispetto ad altri combustibili fossili, abbondanza e prezzi abbordabili»), la risorsa-gas ha però alcuni inconvenienti, a causa dei quali potrebbe persino diventare «vittima del suo successo».

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