L'INCHIESTA
Al centro dell'indagine le telefonate, intercettate, tra il magistrato milanese e l'allora numero uno del gruppo assicurativo, nonché tra quest'ultimo e il suo vice Ivano Sacchetti. Nei colloqui - secondo la versione dell'accusa - si farebbe riferimento a un presunto «interessamento» del magistrato milanese all'indagine condotta dalla procura di Roma in merito alla scalata della Bnl da parte di Unipol. Circostanza che però Castellano ha sempre negato. Castellano, ha riferito il suo difensore l'avvocato Jacopo Pensa, ha solo dato conto ai pm di Perugia «del clima che c'era nei suoi incontri, per altro fugaci, con il collega Achille Toro ma non gli ha rivolto alcuna accusa». Secondo il legale i due magistrati «hanno solo parlato della vicenda relativa alla scalata di Unipol a Bnl così come appariva sui giornali». Una versione che sembra non avere però convinto i magistrati di Perugia. Negli uffici della procura sono tra l'altro arrivati gli atti dell'inchiesta dei pm di Roma sulla scalata del gruppo assicurativo alla Bnl per la quale sono indagati nella capitale oltre allo stesso Consorte anche il suo ex vice Ivano Sacchetti, accusati di aggiotaggio, manipolazione del mercato e ostacolo all'autorità di vigilanza. Ora la decisione di iscrivere a Perugia nel registro degli indagati Toro e Consorte che saranno probabilmente sentiti la prossima settimana. I pm del capoluogo umbro intendono infatti verificare se quanto detto da Castellano, accusato anche di millantato credito, a Consorte provenisse effettivamente dall'inchiesta romana. Intanto il procuratore di Roma Giovanni Ferrara ha ribadito la sua fiducia nell'aggiunto Toro, che oltre all'inchiesta Unipol-Bnl coordina anche quelle sulle scalate a Rcs e Antonveneta, nonchè l'indagine che coinvolge l'ex presidente di Confcommercio Sergio Billè. «Ho seguito personalmente con il collega lo sviluppo delle indagini - ha detto Ferrara - non ci sono state lacune: una cosa sono i fatti una una cosa sono le chiacchiere. Non è detto che per questo provvedimento Toro debba lasciare il coordinamento delle indagini».