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Iraq, Violante parla e l'Unione si spacca

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Il capogruppo Ds vuole sospendere la missione e aiutare la ricostruzione. La sinistra radicale: no, ritiro immediato

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L'occasione è stata la visita ufficiale che il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha fatto alla base di Nassiriya insieme al capogruppo dei Ds a Montecitorio Luciano Violante e al presidente della Commissione Difesa Luigi Ramponi. Si tratta della prima visita ufficiale di un esponente dell'opposizione in veste ufficiale che ha colto la palla al balzo per ribadire la sua posizione. Ovvero la sospensione della missione. Una tesi non solo in contrasto con quella di Casini ma anche con esponenti del centrosinistra. «La nostra opinione è quella che si debba sospendere questa missione ed aiutare, invece, la ricostruzione del paese» ha detto Violante che ha sottolineato quello che farà il centrosinistra in caso di vittoria elettorale. «Le scelte che si faranno salvaguarderanno in ogni caso l'onore e la dignità delle forze armate italiane». E poi: «Resta il dissenso - osserva Violante - sulle scelte politiche dell'esecutivo. Ma sia chiaro che essere contro il governo è una cosa e ciò non vuol dire essere contro le forze armate». Sulla sospensione della missione non la pensa allo stesso modo il verde Cento che contesta anche le parole del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Per Cento non è condivisibile la tesi della partecipazione del contingente italiano alla ricostruzione dell'Iraq. Piuttosto l'esperienza irachena è da chiudersi prima possibile con un taglio netto. «La solidarietà e gli auguri di un buon 2006 ai militari italiani impegnati in Iraq non può diventare l'occasione per una nuova retorica istituzionale che tenta di nascondere - dice Cento - che le truppe italiane sono state inviate in una guerra e sono partecipi di una occupazione militare illegittima e al di fuori del mandato costituzionale». Per Paolo Cento la strada da percorre ora è solo una e obbligata: ovvero il ritiro immediato delle forze armate italiane dall'Iraq. Un augurio che secondo il Verde «tutti gli italiani si fanno». Cento polemizza con il Capo dello Stato. «L'apprezzamento che abbiamo dato per le parole di Ciampi nel suo discorso di fine anno non può nascondere la totale contrarietà a quanto detto dallo stesso presidente della Repubblica sulla presenza dei nostri soldati in Iraq». Cento si dice «stupefatto anche dal punto di vista istituzionale per le modalità con cui il presidente della Camera Casini si è recato a Nassiriya invitando con sè solo una parte della rappresentanza parlamentare ed esprimendo opinioni a nome del Parlamento che non trovano alcun riscontro negli atti parlamentari, perchè su quella presenza italiana in Iraq non vi è unanimità». Insomma da una parte c'è il presidente della Camera che si esprime a nome di tutto il Parlamento senza considerare le differenti posizioni che su questo tema ci sono negli schieramenti, e dall'altro c'è Violante che sembra ignorare che all'interno del centrosinistra non tutti la pensano come i Ds. La missione di Casini in Iraq e il doppio ruolo che rivestiva sono stati criticati anche dalla Margherita. La critica è venuta da Franco Monaco, prodiano della Dl. «Alla testa di una sorta di delegazione della Camera, Casini ha portato l'apprezzamento e la gratitudine di tutto il Parlamento per gli uomini impegnati nella missione italiana. Ottima cosa. Solo egli, da Presidente di tutti, in quel contesto, avrebbe fatto bene a non fare poi la parte del governo sul tema, controverso, della continuità e dello sviluppo della missione». Per Monaco anche questa visita di Casini rientra nella strategia di chi «da tempo, pensa solo a farsi la sua personale campagna elettorale».

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