Casini ai militari: «Qui c'è ancora bisogno di voi»
Il presidente di Montecitorio incita i nostri: «Il lavoro sta dando i frutti ma non è compiuto»
L'occasione è stata fornita dalla visita ufficiale che Casini ha fatto alla base militare di Nassiriya durante la quale il presidente della Camera ha ribadito il contetto più volte espresso dal premier Berlusconi. «Il nostro Paese e tutta la comunità internazionale hanno ancora bisogno dell'impegno dei militari italiani a Nassiriya». Per Casini l'operazione non si può dire che sia giunta al termine. «Della vostra serietà e della vostra determinazione c'è ancora bisogno in questi luoghi. Ce n'è bisogno per proseguire un cammino che sta dando i suoi frutti ma che è lungi dall'essere compiuto ed è anzi ancora disseminato di difficoltà e ostacoli». Casini poi ha parlato a nome di tutto il Parlamento. «Mai, nemmeno per un momento, è venuto meno il sostegno di tutti i parlamentari al vostro operato, senza distinzione di schieramento e di cultura politica. Mai si è inteso fare del vostro impegno uno strumento delle convenienza di questa o di quella parte». Dopo aver reso omaggio al monumento dei caduti nell'attentato a Nassiriya del 12 novembre 2003 in cui persero la vita 19 persone, Casini ha ricordato che in occasione di quel tragico evento «al sentimento di dolore e incredulità si univano gli interrogativi sull'opportunità e sul senso stesso della nostra presenza in questa terra. Oggi, a due anni di distanza, possiamo guardare serenamente e con soddisfazione al cammino che è stato compiuto. I fatti hanno fornito le risposte più convincenti a quei dubbi». La terza carica dello Stato ha allora ricordato le tre consultazioni popolari svoltesi in Iraq quest'anno: «Sono tutte manifestazioni forti ed evidenti della volontà e della determinazione che anima gli iracheni, una determinazione che l'Italia si è assunta la responsabilità di assecondare nel rispetto della Costituzione e delle regole dell'ordinamento internazionale». A questo punto, secondo l'esponente dell'Udc, «unità del Paese e della comunità internazionale, mano ferma e guardia sempre alta nel contrasto al terrorismo, ma anche massima apertura e disponibilità al dialogo tra popoli culture e religioni differenti, che rispetti lo spirito identitario di ciascuna» è la «direzione» che occorre continuare a proseguire in Iraq. «La storia del mondo - ha ricordato - si scrive, certamente, con gli incontri internazionali, con i trattati e gli accordi tra i Paesi, con le decisioni di vertice che determinano la vita di milioni e milioni di persone. Ma la storia si scrive anche, e forse soprattutto, riparando una conduttura, dissalando un pozzo, sminando un terreno, curando un ferito, portando pietà umana a chi ha vissuto un lutto, una perdita, una separazione». Per questo, rivolgendosi ai militari impegnati in Iraq, li ha definiti «costruttori della nostra storia» e anche «costruttori della pace cui tutti noi aspiriamo». In ogni caso, per Casini alla base c'è da dire un no senza riserve e con assoluta determinazione alle «barbarie del terrorismo» che continua a mietere vittime innocenti. «Un no senza riserve e senza esitazioni che consenta di privare di ogni pretesto lo scontro di civiltà che quel terrorismo intende alimentare, a danno innanzitutto di coloro che fanno della propria fede nell'Islam una bandiera di pace e di reciproco rispetto».