La profezia di Geronzi: «Salvate quel piede»

Mentre sui giornali infuria già la guerra delle banche e delle scalate, il vice chairman di Goldman Sachs International è in vacanza nelle placide acque della Sardegna sulla barca di Cesare Geronzi, patron di Capitalia. Draghi è al mare, decide di farsi una nuotata, s'arrampica su uno scoglio, conquista la vetta. Poi scivola sullo sperone di roccia e con un piede, il destro, finisce su una pietra appuntita e si taglia. Un taglio profondo, esce sangue. Tanto sangue. Sangue ovunque che sprizza sullo scoglio. Draghi prova a curarsi immergendo il piede in mare e il risultato è che l'acqua di Porto Cervo s'imbrunisce di liquido rosso. Arrivano i soccorsi, l'ex direttore generale del Tesoro viene ricondotto a bordo e subito medicato. Geronzi si preocupa e, profeticamente come suo solito, si lascia scappare poche parole: «Curate quel piede come si deve, Mario deve camminare bene per quando entrerà a Palazzo Koch». I presenti lo guardano con aria interrogativa. E Cesarone aggiunge: «Appena sarà possibile, è ovvio». Certo non sarà il bacio in fronte (telefonico) di Fiorani a Fazio, ma quelle cure al piedino di Mario Draghi hanno segnato quest'estate. Perché l'allievo di Federico Caffè si sta preparando. Eccome se si stava preparando. Il 14 agosto, Rutelli e Fassino, in due interviste, si sputano in faccia veleno. Fa caldo. Sui quotidiani imperversano le intercettazioni telefoniche la cui pubblicazione ha già fatto infuriare il premier Berlusconi. È la vigilia di Ferragosto, Villa Certosa, la villa bunker del Cavaliere a Porto Cervo, è inaccessibile e anche agli sguardi indiscreti sfugge proprio la visita di Draghi che arriva a bordo di una macchina scura. Vede il Cavaliere, i due si parlano, si conoscono da molto tempo. Ma non sono amici e cominciano a stringere un'alleanza. La temperatura è alta. È una estate di fuoco. A Porto Cervo, in un bar, s'incrociano Montezemolo e Ricucci, i duellanti. L'immobiliarista romano scherza con il presidente di Fiat: «Ahò, me stai a massacrà». E mentre si combatte, le diplomazie già trattano la grande Yalta finanziaria, la spartizione di poltrone e seggiole del «dopo». Quel che resterà in piedi. E Draghi punta proprio sulla silenziosa trattativa, delle barche, del fluido dondolare delle onde. Non è nuovo a iniziative del genere. Anzi, lui - romano doc - che è un amante della montagna, ha più volte sfruttato il richiamo marino per gli affari. Capitò così il 2 giugno del 1992 Draghi organizzò una minicrociera nel Tirreno (partenza da Civitavecchia) a bordo del «Britannia», allora ancora di proprietà della regina d'Inghilterra. Sulla nave salirono cento vip, grandi imprenditori e banchieri ai quali venne presentato il «pacchetto Italia», il primo giro di grandi privatizzazioni nel nostro Paese. E agli scettici businessman inglesi, Draghi spiegò: «Stiamo per passare dalle parole ai fatti». E che aveva ragione se ne accorsero in tanti, come la Goldman Sachs che si aggiudicherà parte del patrimonio immobiliare ex Ina e quello di Eni. Sarà un caso, ma proprio alla merchant bank londinese andrà a lavorare Draghi, con uno stipendio dorato da circa dieci milioni di euro. Per accettare l'incarico di Governatore della Banca d'Italia ha annunciato che si decurterà lo stipendio. Il suo appannaggio sarà anche più basso di quello di Fazio e sarà in media con quelli degli altri governatori europei: 350mila euro l'anno. Certo, un bel salto per Mario, compagno di scula di Luca Cordero di Montezemolo e di Gianni De Gennaro. La sua vita è tutta corsi e ricorsi, uomini che appaio e scompaiono. Sono passati tanti anni da quando si laureò con Caffè. E poi faceva la fila per parlare con Franco Modigliani che lo ricevette interrompendo un colloquio con l'allora Governatore di Bankitalia, Guido Carli. Era il '76. Poi gli studi all'estero e il ritorno in Italia. Nel '83 è consigliere economico del ministro del Tesoro, poi diventa direttore esecutivo della Banca Mondiale. È il 1990 quando arriva a Palazzo Koch come consigliere