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IL PREMIER NEL MIRINO

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L'ultimo attacco in prima pagina «Ha corrotto un testimone»

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Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, Berlusconi è sospettato di aver fatto versare «nel '97 da Carlo Bernasconi», manager Fininvest, «non meno di 600 mila dollari» su conti svizzeri dell'avvocato inglese David Mills affinché costui, chiamato a testimoniare in inchieste italiane sulla Fininvest, «dichiarasse il falso, negasse il vero o tacesse in tutto o in parte fatti a sua conoscenza» in due sue deposizioni a Milano: nel processo per le tangenti Fininvest alla Finanza e in quello All Iberian. «La notizia — scrive il Corsera — ha preso a circolare, in maniera imprecisa o incompleta, la settimana scorsa in ambienti politici della maggioranza: per quanto infatti possa apparire incredibile, l'invito a comparire è stato consegnato da ufficiali della Guardia di Finanza di Milano allo staff del premier alla fine di novembre con annessa convocazione dei due indagati per il 3 dicembre, giorno nel quale né Berlusconi né Mills si sono presentati per l'interrogatorio». Alla notizia del Corriere ha replicato il legale di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini. «I giornalisti — afferma in una nota — hanno gli stessi doveri dei cittadini. Ed il primo dovere è rispettare la legge che vieta, sanzionandola, la pubblicazione di atti processuali e ciò vale nei confronti del Presidente del Consiglio così come per chiunque altro. Ma se si vuole violare la legge, per espletare un asserito diritto di cronaca, allora la notizia dovrebbe essere almeno completa, pubblicando contestualmente le ragioni della difesa». «Ed allora — prosegue — il Corriere della Sera avrebbe potuto anzi dovuto interpellare i difensori i cui nominativi erano noti e comunque indicati, ed avrebbero saputo che la notifica dell'invito era pervenuta ai difensori, e non all'interessato domiciliato presso di questi, solo 3 giorni prima. Avrebbero poi saputo che per i suoi impegni istituzionali non era stato possibile porre a conoscenza il Presidente Berlusconi dell'atto e che dalla sua segreteria, avvisati dell'incombente, era comunque pervenuto un attestato che per quel giorno erano già da tempo previsti incontri istituzionali non rinviabili.

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