Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Grande Centro (laico) incassa la prima poltrona

default_image

Casini vince la sua battaglia per il successore di Fazio grazie alla sponda con Rutelli

  • a
  • a
  • a

Chiamateli un po' come vi pare, ma quella che ha portato alla nomina di Mario Draghi al vertice di Bankitalia passerà probabilmente alla storia come la prima grande battaglia vinta da tutti coloro che guardano già con interesse ad una grande formazione moderata che possa prendere in mano il Paese nel dopo 2006. È la vittoria dei «cinquantenni» esaltati da Carlo De Benedetti e che si candidano ad essere molto di più di una semplice alternativa a Silvio Berlusconi e Romano Prodi. Due nomi sopra tutti: Francesco Rutelli e Pier Ferdinando Casini. Sono loro i veri vincitori di questa battaglia. Escono sconfitti Silvio Berlusconi e Forza Italia che guardavano con diffidenza alla nomina di un uomo considerato troppo vicino a Romano Prodi. Esce sconfitto Giulio Tremonti che non ha mai fatto mistero di preferire l'attuale direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli al vicechairman di Goldman Sachs. E il tempo dirà se anche Romano Prodi, che oggi saluta soddisfatto la nomina di «un uomo di ambiente prodiano» sarà costretto, prima o poi, ad abdicare. Dopotutto basta scorrere alcune delle dichiarazioni di soddisfazione pronunciate ieri da esponenti della società civile, del mondo bancario e di quello imprenditoriale per capire che sotto la scorza delle apparenti divisioni qualcosa si sta muovendo. Certo, i due big Rutelli e Casini tacciono, ma al loro posto parlono le seconde linee. In particolare il segretario Udc Lorenzo Cesa che, senza mezze parole, lancia un messaggio al presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: «Sulla nomina di Draghi sono state ascoltate anche le sue sollecitazioni». Se si considera che Mario Draghi è sempre stato l'unico candidato del presidente della Camera (e solo in un secondo momento di Gianfranco Fini che a lui si è accodato), le parole di Cesa possono essere facilmente lette come un offerta di aiuto: Montezemolo sappia che, nonostante Berlusconi non smetterà mai di fargli la guerra, potrà sempre contare sul nostro leale appoggio. Dopotutto non è un segreto che tra Casini e Montezemolo sia sempre corso buon sangue soprattutto per la comune provenienza bolognese. Sul fronte opposto, invece, al di là dei commenti politici (tra cui spiccano le parole di Romano Prodi), sono le dichiazioni di Bazoli, Pezzotta e dello stesso Montezemolo a destare particolare attenzione. I tre, si sa, gravitano da tempo nell'orbita del centrosinistra. Bazoli e la sua Banca Intesa vengono indicati come «il polmone finanziario» della Margherita. Pezzotta è ormai, a torto o a ragione, il sindacalista di riferimento di Francesco Rutelli. Mentre il numero uno di Confindustria assieme al suo «alter ego» Diego della Valle si dividono le partecipazioni alle iniziative organizzate dal leader della Margherita. Il primo partecipò come «guest star» al seminario di Frascati dello scorso maggio. Il secondo (che tra l'altro fece anche una dichiarazione di voto a favore di Clemente Mastella per le primarie dell'Unione) è stato ospite del recente «Big Talk» di Milano. Attorno a loro si muovono tantissimi altri «satelliti». Dal presidente della Bnl Luigi Abete al professor Mario Monti, da Marco Tronchetti Provera a Luigi Bobba, fino al direttore del Corsera Paolo Mieli. Senza contare l'apporto fondamentale di trentenni come il responsabile economico della Margherita Gianni Letta o di «cinquantenni» come Ermete Realacci. Una commistione di generi, poteri, personaggi accomunati dal una sola nostalgia: quella per il «grande centro». Alla loro testa Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli. Il primo che dopo aver portato fino alla possibile rottura il suo rapporto di amore-odio con Berlusconi ha fatto un passo indietro in attesa di tempi più favorevoli. Il secondo che, dopo aver scippato la Margherita dalle mani di Romano Prodi, ha fagocitato i Ds (grazie alla battaglia sulla «questione morale») ed ora punta a guidare il nuovo partito democratico del centrosinistra assieme a Walter Veltroni (così come predetto dall'Ingegnere). Ieri i due hanno incassasato la loro prima poltro

Dai blog