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Fiorani e Boni rispondono ancora ai pm

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I pubblici ministeri che indagano sul tentativo, fallito, di scalare la Banca Antonnvenata li hanno incontrati nel carcere di San Vittore, a Milano, dove si trovano da oltre due settimane. Il primo a rispondere alle domande del procuratore aggiunto Francesco Greco e del pm Eugenio Fusco è stato Boni, il cui interrogatorio è durato oltre otto ore. A seguire, nella serata, è invece toccato a Fiorani rispondere per la quinta volta alle domande dei magistrati nell'ambito dell'inchiesta partita alla ricerca di riscontri alle dichiarazioni dei giorni scorsi anche di Emilio Gnutti e dello stesso Consorte, oltre che alle loro, sulla scalata ad Antonveneta e sulla gestione ritenuta disinvolta di Bpl, per la quale gli ex vertici della banca lodigiana sono stati arrestati con l'accusa di associazione a delinquere, aggiotaggio, appropriazione indebita e altri reati. I pm non si fermeranno neppure oggi. La tappa sarà ancora una volta San Vittore dove rivolgeranno le loro domande ad altri soggetti coinvolti nella vicenda della scalata. Sarà la volta di Fabio Massimo Conti, gestore del fondo Victoria Eagle, registrato alle Cayman e controllato da Bpi. Nella sede della quale ieri sono arrivati i militari della Guardia di Finanza per sequestrare un milione e trecentomila euro. Si tratta di una somma di proprietà di Gaudenzio Roveda, sospettato di essere stato utilizzato da Fiorani e altri per operazioni illecite. Roveda, cliente privilegiato di Bpi, avrebbe ricevuto sul proprio conto 80 milioni di euro che usò per comperare titoli Antonveneta che rivendette alla cordata capitanata da Fiorani, ricavandone una plusvalenza di 10 milioni. Roveda, nei giorni scorsi, aveva cercato di movimentare denaro costituito da dividendi di titoli azionari, ma la stessa Bpi lo aveva segnalato all'Istituto Italiano Cambi, che aveva girato la segnalazione alla magistratura. Un avviso che è culminato nel sequestro di ieri.

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