ABBANDONATE TUTTE LE CARICHE
Gnutti, il tramonto del raider bresciano
Addio al Cda dell'Unipol - dove non aveva mai avuto deleghe operative, come si sono affrettati a far notare dalla compagnia bolognese - addio al Cda del Monte dei Paschi di Siena - dove era stato reintegrato appena qualche giorno fa - addio all'ex municipalizzata Asm e addio anche alla stessa cassaforte di famiglia, quella Hopa che ha lanciato la defilata imprenditoria bresciana nel ghota della finanza nazionale. Una rinuncia che adesso è attesa anche su Olimpia, la holding di cui è consigliere e alla quale fa capo Telecom. Ieri intanto al timone di Fingruppo, la cassaforte che controlla Hopa, è arrivato con la carica di presidente, lasciata dal finanziere bresciano - da quanto si è appreso - già mesi fa, Cesare Vecchio, legale dello studio Freshfields Bruckhaus Deringer e in passato consulente di Gnutti. Travolto dalla bufera giudiziaria che ha portato agli arresti a San Vittore l'ex socio d'affari Fiorani, Gnutti ha fatto così un passo indietro e si dimesso dai consigli di amministrazione delle tre partecipate quotate a Piazza Affari. La motivazione ufficiale è legata alle «attuali condizioni di salute e correlative esigenze di cura», ma le pressioni per spingere all'uscita il finanziere, reintegrato ai primi di ottobre alle cariche sociali dopo una sospensione durata tre mesi, si erano già fatte sentire negli ultimi tempi, almeno all'interno della municipalizzata bresciana e a Siena. E ieri le dimissioni sono diventate realtà sotto la spinta giudiziaria e all'interno della strategia difensiva concordata con gli avvocati. In serata è filtrata l'indiscrezione che il finanziere avrebbe anche scritto la lettera con le dimissioni dalla presidenza della sua più preziosa creatura, Hopa, al cui vertice è atteso l'arrivo, con le deleghe, di Maurizio Dallocchio. La partita da giocare va comunque al di là della galassia di Gnutti e dei suoi, ormai in molti casi, ex alleati. Tra le numerose partecipazioni, industriali e finanziarie, la società bresciana detiene il 16% di Olimpia, e a febbraio dovrà comunicare se intende uscire dal patto. «Benetton e Pirelli sono pronte a rilevare quella quota», ha affermato un mese fa il presidente di Telecom e Pirelli, Marco Tronchetti Provera. Il riassetto è tuttavia ancora tutto da studiare e molto dipenderà dall'orientamento di Hopa. L'unica cosa certa è l'ammontare del premio che, secondo i patti parasociali, sarà riconosciuto ai bresciani, 208 milioni di euro, ma non si sa quanto sarà a carico di Pirelli e quanto a carico di Edizione Holding. A questo andrà aggiunto il corrispondente valore pro quota del valore di mercato del 16% di Olimpia in mano a Hopa, che dipende dal valore di mercato di Telecom. Con l'uscita di scena di Gnutti salgono ad almeno 5 le dimissioni eccellenti maturate al seguito delle scalate italiane ad Antonveneta e Bnl: Fiorani fuori dalla Banca Popolare Italiana, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti fuori dal comando dell'Unipol e il governatore Antonio Fazio fuori da Bankitalia.