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Il governo di Fausto: tassa patrimoniale e sulle donazioni

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..».Firmato Fausto Bertinotti, che qualche mese fa, al congresso di Rifondazione, mediò così le richieste delle ali trozkiste del suo partito che chiedevano a chiare lettere la citazione della «tassa patrimoniale». Ma nel programma dell'Unione, di sicuro, al primo posto c'è l'innalzamento di quell'aliquota minima del 12,5% che grava sui depositi e di quella del 19% sulle rendite. Ma nei piani di Bertinotti c'è anche l'obiettivo di costringere l'intero centrosinistra a innalzare l'imposizione sui «capital gain» di Borsa, l'introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie internazionali (tobin tax) e lo spostamento del carico fiscale verso l'alto sui patrimoni, come l'abbattimento dell'Ici sulla prima casa, la drastica penalizzazione delle case sfitte, la progressività dell'imposta sulla base del numero e del valore degli immobili, delle aree fabbricabili, delle aree industriali possedute. Per non parlare della reintroduzione dell'imposta sulle donazioni e sulle successioni abolita dal governo Berlusconi. Roba da far impallidire i Paperoni italiani e da convincerli ad emigrare subito all'estero, in caso di vittoria del centrosinistra. Anche perché lo stesso Romano Prodi, nella sua Fabbrica del programma, sembra riprendere molti degli argomenti-mannaia di Bertinotti. Nel programma dell'Unione è infatti scritto che si dovrà uniformare il sistema di tassazione delle rendite finanziarie «a un livello intermedio tra l'attuale tassazione degli interessi sui depositi bancari e quella sulle altre attività finanziarie, tenendo anche conto di quale sarà il primo livello di aliquota Irpef e del necessario coordinamento con l'imposizione societaria, per la tassazione di dividendi e plusvalenze azionarie». Non si cita ancora la «patrimoniale», vero spauracchio per i capitalisti italiani. Ma è presto, forse se ne parlerà il 10 aprile, all'indomani delle elezioni Politiche. L. M.

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