Unipol, a Consorte contestati 50 milioni
A tanto ammontano le plusvalenze sospette che avrebbero ottenuto il presidente insieme al vice Sacchetti
Tanto avrebbero ottenuto il presidente di Unipol Giovanni Consorte e il suo vice Ivano Sacchetti, negli anni, con operazioni di acquisto e repentina vendita di titoli alla Bpl di Giampiero Fiorani e all'Hopa di Emilio Gnutti che poi avrebbero girato loro parte delle plusvalenze per ricompensarli. La somma stimata dai pm milanesi è stata contestata ieri a Consorte nel suo primo interrogatorio come indagato per aggiotaggio in relazione al tentativo di scalata ad Antonveneta nella quale, secondo altri protagonisti della vicenda, avrebbe avuto il ruolo di "concertista" nel rastrellamento delle azioni. La fallita scalata alla banca padovana, però, è solo il capitolo iniziale delle questioni che il procuratore aggiunto Francesco Greco e i pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti intendono chiarire: per esempio, Bruno Bertagnoli, ex agente di Borsa e cliente privilegiato di Banca popolare italiana, aveva parlato di due operazioni con le quali aveva fatto confluire da un conto svizzero (ieri è stata anche chiesta un'integrazione a una rogatoria già avviata in Canton Ticino) 2,4 milioni di euro su altrettanti conti a Monaco. L'ex direttore generale di Bpi, Gianfranco Boni, gli aveva spiegato successivamente che la somma era destinata a Consorte e che si trattava di plusvalenza ottenuta attraverso operazioni su titoli Unipol; un comportamento, questo del presidente del gruppo bolognese, che potrebbe far scattare anche l'accusa di insider trading, mentre anche il numero degli iscritti nel registro degli indagati è destinato a salire. Ci sono poi le plusvalenze ritenute anomale che sarebbero state ottenute da Consorte e da Sacchetti dall'Hopa di Emilio Gnutti tra il 2000 e il 2001 e che i pm sospettano possano essere state date in relazione all'uscita dei due da Telecom. Già a Milano esisteva un fascicolo contro ignoti nato da un esposto di un'associazione di consumatori e gli ultimi eventi avrebbero portato gli inquirenti a una nuova valutazione del caso. Consorte sarà interrogato sicuramente un'altra volta. Non prima, però, che i pm sentano il suo alter ego in Unipol, Ivano Sacchetti. Probabile, quindi una nuova apparizione del presidente della compagnia di via Stalingrado in procura tra qualche giorno. Oggi sarà di nuovo il turno dell'ex ad di Bpi, Giampiero Fiorani e dell'ex direttore generale della banca lodigiana, Gianfranco Boni, che dovranno affrontare nel carcere milanese di san Vittore altre domande dei magistrati. Anche sulle dichiarazioni rese da Consorte, il cui interrogatorio è stato seguito con trepidazione negli ambienti Unipol, tanto che due agenti generali di Aurora, una controllata, erano al quarto piano del Palazzo di Giustizia «per vedere che aria tirava». Mentre l'indagine procede, il destino di Consorte sembra legato a un filo. La compagnia bolognese ha ribadito ieri che fin quando le accuse non saranno provate, il manager rsterà al suo posto. Ma di fronte al clamore delle accuse si fa sempre più strada l'ipotesi di un'uscita di scena del banchiere, già processato e condannato sui giornali.