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IL RACCONTO DI AGNES

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«Mi cacciò da Stet, lo voleva Prodi»

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I fatti si riferisocno a gennaio 1997. Agnes ricorda di essere stato licenziato dall'allora direttore generale del Tesoro. Ecco quanto ha riferito Agnes. «Vengo convocato la mattina per telefono mentre mi trovavo a casa. Chiedo a Pascale ed apprendo che anche lui è stato convocato nel pomeriggio. Alle 18,30, prima di andare all'appuntamento, vedo Pascale il quale mi dice di essersi dimesso perché glielo hanno chiesto anche se non ha capito bene il motivo. Rispondo che io non mi sarei dimesso perché non vedrei motivi per farlo. Vado all'appuntamento e sono ricevuto dall'allora ministro del tesoro Ciampi e dal dottor Draghi. Ventiquattro ore prima avevo visto il dottor Draghi, che non conoscevo, con cui ho parlato di strategie e della Stet, che peraltro stava attraversando un buon momento, e con il quale ci siamo lasciati dicendo «ci rivediamo». Il giorno dopo sono andato all'appuntamento al Ministero del tesoro dove si è svolto un colloquio molto, molto civile con il ministro Ciampi, presente Draghi. Alla richiesta di dimissioni, motivate dal fatto che era meglio che nuove forze facessero le privatizzazioni, ho opposto un diniego al quale il ministro del tesoro ha risposto «la capisco, non posso dire che fa male, faccia come vuole». Ci siamo salutati e il dottor Draghi mi ha accompagnato alla macchina. Insieme abbiamo preso l'ascensore e parlando, Draghi mi ha chiesto «perché non si vuole dimettere? L'ha fatto anche Pascale». Ho risposto «Pascale ha i suoi motivi, io ho i miei e non intendo dimettermi». Ha continuato con «Ma chi glielo fa fare, chissà i giornali che cosa diranno...!» ed io ho controbattuto «diranno che non mi sono dimesso, non possono dire altro.» «Le conviene dimettersi, lei ha pure famiglia, perché non deve dimettersi? Pensi a tante cose!».

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