Pannella, l'ultimo capetto del centrosinistra
E prima ancora la battaglia per la fecondazione assistita. Pannella Marco detto Giacinto, come compare da oltre vent'anni sulle schede elettorali, continua a essere il «pierino» della politica. Sempre comunque coerente a se stesso, sempre comunque un leader. E stavolta, dopo aver stretto alleanza con lo Sdi e aver fondato «La Rosa nel pugno», i suoi radicali si sono trasformati in una vera e propria «bomba» per il centrosinistra. Romano Prodi — ma anche qualche altro suo alleato come Rutelli, diventato ormai un punto di riferimento per la Chiesa nell'Unione — probabilmente farebbero volentieri a meno di lui. Perché avere Pannella nella coalizione significa andare incontro a una serie di battaglie pericolosissime. Con il rischio, per il Professore, di avere una coalizione sempre più spostata e impegnata su temi "estremi" che poco piacciono ai centristi dell'opposizione. Perché il leader radicale è uno che comunque trascina, fa discutere. Insomma uno al quale, una volta che si è deciso di accoglierlo in casa, non si può più dire di no. Ne sanno qualcosa gli altri leader del centrosinistra, trascinati letteralmente in piazza il giorno di Natale per sostenere la battaglia sull'amnistia. Stavolta, però, tra l'indifferenza generale. Ma anche le altre battaglie hanno provocato non pochi «mal di pancia» tra gli alleati. Del resto quello che Pannella chiede all'Unione è chiaro da mesi. Il 26 agosto scorso, intervenendo a un dibattito a Cortina, il leader radicale sciorinò con gran chiarezza il suo programma elettorale. «È l'ora di cominciare a giocare una partita adeguatamente e tempestivamente chiara — spiegò — Ad esempio l'Unione si impegna, o no, a compiere una scelta a favore dell'eutanasia, dei Pacs; e per quanto concerne la lotta al "flagello della droga", si è per ora almeno d'accordo sull'adeguarsi a misure sperimentali di legalizzazione, di forme nuove di cura, in un contesto di progressiva legalizzazione? E, per quanto riguarda le liste, Adriano Sofri sarà invitato a candidarsi in una delle liste dell'Unione a sua scelta e con il rilievo politico, e non solo elettorale, che questo sin d'ora comporta?». Un programma che ha da subito provocato rabbiose reazioni da parte di Mastella, sempre pronto ad usare l'arma del ricatto: o noi o loro nell'Unione. Ma anche la Margherita non ha sempre gradito le campagne di Pannella. Quella ad esempio sull'eutanasia ha fatto dire duramente a Pierluigi Castagnetti che «il tema dell'eutanasia non entrerà mai nel progetto della nostra coalizione». E che dire dell'invito di Pannella al cardinal Ruini «a farsi una canna» che lasciò esterrefatti i centristi? E ancora lo scontro con il suo vecchio compagno di partito Francesco Rutelli sul ritiro delle truppe dall'Iraq? «Con il futuro governo dell'Unione subito via da Baghdad? — commentò il leader radicale dai microfoni di Sky Tg24 a inizio novembre — Quello che dice Rutelli e' una str...». E infine la battaglia per l'abolizione del Concordato, una strada sulla quale pochi leader dell'Unione l'hanno seguito e che ha lasciato ancora una volta spiazzato Romano Prodi. «Più che mai appare necessario — ha spiegato a metà novembre il segretario dei Radicali Daniele Capezzone — in primo luogo a tutela della libertà di coscienza dei credenti, il superamento di un sistema, quello concordatario, che non solo clericalizza lo Stato, ma parastatalizza le chiese, facendone espressioni mondane, neotemporaliste, se non addirittura politicanti. Sarà questa una delle prime battaglie della "Rosa nel pugno"». Affermazioni alle quali Romano Prodi fu costretto a rispondere con una secca risposta: «Quello del Concordato è un tema che non è e non sarà all'ordine del giorno del programma dell'Unione».