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«Ma la vittoria non è sicura»

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Ma proprio uno dei suoi alleati, Pier Ferdinando Casini, gli risponde a stretto giro di posta dagli studi della trasmissione «Matrix» e ingaggia con il premier una sorta di duello a distanza. Bisogna dire che la Casa delle Libertà «è in svantaggio», spiega anzitutto il presidente della Camera. Un dato, è il suo ragionamento, che deve essere conosciuto dagli elettori proprio per dar loro la possibilità di «aiutare» la Cdl a «rimontare» anche con una presenza massiccia alle urne. Casini sollecita un «nuovo inizio» per il centrodestra, basato sulla «verità»: quella «verità» che potrebbe fare la «differenza» insieme alla «responsabilità» ed alla «convinzione» che il recupero sia possibile. Casini non parla apertamente di discontinuità, ma lancia un messaggio chiaro al premier: non si può pensare di vincere senza modificare certi comportamenti e non si possono annunciare progetti irrealizzabili come la riforma della par condicio: «Stiamo parlando del nulla perché anche volendo non vedo come e quando potremmo approvarla», dal momento che le Camere hanno molto meno di un mese di lavoro prima dello scioglimento. Casini a «Matrix» è anche intervenuto sul tema del presidente della Repubblica, siegando che «a mio parere non dobbiamo cercare un inquilino del Quirinale perchè l'abbiamo già». Il presidente della Camera è stato critico anche sulle dimissioni dell'ex Governatore di Bankitalia. «Credo che le dimissioni di Fazio fossero inevitabili, forse poteva darle prima e sarebbe stato meglio». Il presidente della Camera ha commentato poi duramente una intervista rilasciata ieri dal Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. «Lo Scalfaro che vedo oggi — ha detto Casini — è molto diverso da quello che conoscevo tempo fa. Ho letto che oggi ha sostenuto di aver nominato Fazio ma che non lo conosceva. Questo è un modo un po' ipocrita di fare, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità. Io contrariamente a quanto afferma Scalfaro, Fazio l'ho conosciuto come un uomo serio e probo, poi vedremo i fatti».

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