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Risparmio, è scontro tra i Poli

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Il Governo, ieri, ha infatti posto la questione di fiducia sugli emendamenti relativi a Bankitalia e al falso in bilancio del Ddl risparmio. Ma, mentre la maggioranza si presenta compatta all'appuntamento, con la Lega che, per bocca del ministro Maroni, ha assicurato il sì (con riserva) al Ddl. L'Unione è sul piede di guerra e per bocca del suo leader Romano Prodi ha spiegato di ritenere «non condivisibili» le proposte formulate dal governo, alla Camera e al Senato, sul falso in bilancio. «Abbiamo una posizione chiarissima - ha spiegato il Professore - riteniamo che la proposta presentata in Senato sia debole, il minimo per avere, non dico un accordo, ma il nostro consenso. Riteniamo invece non condivisibile la proposta presentata alla Camera». Gli fa eco il leader della Margherita Francesco Rutelli secondo cui «chiedere la fiducia è stata una mossa sbagliata». Il presidente dei Dl ha puntato il dito contro il governo che «sta tenendo la riforma del risparmio a bagnomaria da un anno e mezzo e ora vuole approvarla in due giorni». «Sarebbe stato meglio - ha aggiunto - coinvolgere anche l'opposizione che ha sempre dimostrato senso di responsabilità costruttivo verso i risparmiatori. Dispiace molto che il governo abbia voluto forzare la mano con il voto di fiducia e che nel disegno di legge ci sia una revisione al ribasso delle pene per chi commette falso in bilancio». Critico anche Fausto Bertinotti. «Se pongono la fiducia - ha commentato - è evidente che il governo si ritiene autosufficiente e questo vuol dire che non ha bisogno del voto dell'opposizione. Se il governo pone la fiducia, tutto può avere ma non certo la fiducia dell'opposizione». Per il vicepresidente del Senato Lamberto Dini, invece, non è detto che il Parlamento riesca ad approvare il Ddl prima della fine dell'anno. «Lo vedo un pò difficile, ci sono delle norme , come quelle sul falso in bilancio, su cui non siamo assolutamente d'accordo». E, a sorpresa, anche l'ex segretario dell'Udc Marco Follini, pur usando termini positivi, ha sollevato qualche dubbio. «Da parte mia - ha detto -, sul risparmio non c'è alcuno "scontro con il Polo". Considero la riforma per molti versi positiva, ancorché più che tardiva. Apprezzo che l'Antitrust recuperi le sue competenze naturali in materia di concorrenza bancaria. E, proprio per questo, mi rammarico di qualche inutile forzatura. Non si sentiva il bisogno né del voto di fiducia né di un passo indietro sul falso in bilancio» Di parere opposto, ovviamente, il resto della maggioranza. Il ministro Tremonti difende il Ddl. «Finché gli scandali hanno toccato la povera gente, oltre un milione di risparmiatori defraudati, - ha spiegato il ministro dell'Economia ospite di Batti e Ribatti - non fregava niente a nessuno. Gli occhi di molti si sono aperti solo di fronte alle grandi scalate. Adesso avremo una buona legge e un buon governatore». E, anche se con qualche riserva, la Lega ha dato il via libera alla riforma. «Abbiamo alcune riserve - ha ammesso Roberto Maroni -, ma nel complesso il provvedimento è soddisfacente. Diciamo che siamo soddisfatti all'80%, l'unico modo per approvarlo in tempi rapidi, anche se non perfetto, era dire sì». Il ministro del Welfare ha spiegato che la Lega ha sollevato alcune riserve «in particolare sulla proprietà di Bankitalia, perché quello che è stato inserito nell'emendamento ci sembra un passo indietro rispetto alla sterilizzazione del voto delle banche controllate e azioniste dell'istituto centrale. È un conflitto di interessi che va risolto, un corto circuito i cui risultati si sono visti con Cirio e Parmalat». Mentre il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto, è sceso in campo proprio per difendere l'emendamento presentato dal governo su Bankitalia. «L'emendamento - ha spiegato l'esponente azzurro - innova l'ordinamento su alcuni aspetti decisivi: fissa in sei anni la durata in carica del governatore, attribuisce la responsabilità della nomina

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