MARCELLO Pera conferma il suo giudizio negativo sulla legge elettorale proporzionale e coglie, per farlo, ...
È preoccupato per i meccanismi della riforma e ritiene che ci sia il rischio che non sia garantita la stabilità. Ma da entrambi i poli si fanno gli scongiuri, perchè sia il centrodestra che il centrosinistra «sono certi» che riusciranno a vincere comunque. «La nuova legge elettorale, applicata in assenza della riforma costituzionale - dice il presidente del Senato - non mette il Paese al riparo dal rischio gravissimo della instabilità». Pera si augura che questo non accada, ma è convinto che il passaggio del guado arriverà solo con l'entrata in vigore della riforma costituzionale che dà poteri più forti al premier. Fino a quel momento, l'introduzione del proporzionale costituisce un rischio per la stabilità del Paese e Pera lascia intravedere che il vincitore delle prossime elezioni politiche non riuscirà a governare per una legislatura. «Si va verso un sistema non completamente conosciuto - afferma la seconda carica dello Stato - e qualcuno ha il timore che sia solo molto simile a quello che c'era prima». Insomma, un passo indietro. Pera non condivide il ritorno al proporzionale, ma è convinto che il vero problema siano i litigi all'interno delle coalizioni. Maggiori poteri al premier serviranno, spiega, a stabilizzare i due poli e «solo a quel punto al loro interno non ci saranno più rischi neppure con la nuova legge elettorale». Il tema della garanzia della stabilità è stato al centro di furiose polemiche tra Cdl e Unione. La Cdl non ha certo aperto polemiche con il presidente del Senato. Una replica in punta di piedi è comunque arrivata, dal ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia: «Io sono più ottimista di Pera. Posso comprendere le sue preoccupazioni dinnanzi ad un modello elettorale mai sperimentato, ma siamo sicuri che vi sarà un vincitore certo in grado di governare stabilmente». Sul fronte opposto, Franco Monaco (Margherita) parla di «intervento sconcertante» del presidente del Senato perchè questi sarebbe «venuto meno ai suoi doveri di garanzia facendo da sponda alla sua parte politica». Osservazioni e critiche che Pera mette nel conto, anche perchè - rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se anche lui come Pier Ferdinando Casini «sta bene come sta» - spiega che la sua carriera politica non finirà certo con la legislatura. «Per me è difficile dirlo - risponde - ho fatto quattro-cinque mestieri, a me piace cambiare e andare avanti senza affezionarmi a quello che ho fatto. Penso dunque che proseguirò nel mio impegno politico: mi è molto richiesto, e non da una particolare punta del tridente, ma dalla molta opinione pubblica che si rivolge a me». Insomma, «penso di avere un futuro politico», dice il presidente del Senato, «ma sto ancora studiando quale potrà essere il ruolo adeguato per servire il mio Paese».