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Draghi resiste, Monti in ascesa

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Il governo punta a sfornare un nome prima della fine dell'anno. I partiti stanno facendo a gara per indicare possibili candidature. Gianfranco Rotondi segretario della Dc per le autonomie, ha chiesto di essere convocato da Berlusconi, perchè il suo partito ha dei nomi da proporre ma sui quali vuole mantenere il riserbo. Il nome che al momento ha i maggiori consensi a livello trasversale, dalla Cdl al centrosinistra, è Mario Draghi. Vicepresidente della Goldman Sachs, Draghi, direttore generale del Tesoro tra il '92 e il 2001, il nome di Draghi è gradito anche al Quirinale per la caratura internazionale ma nelle preferenze di Ciampi al primo posto ci sarebbe Tommaso Padoa Schioppa. 65 anni, un passato come direttore in Bankitalia, nella Commissione Ue, componente del board della Bce e presidente della Consob, Padoa Schioppa nel '93 era il candidato di Ciampi per l'incarico di Governatore ma poi fu nominato Fazio. È anche vero però che sia Draghi che Grilli sono considerati «Ciampi boys». Padoa Schioppa è visto con favore da Alleanza Nazionale anche se viene considerato il candidato favorito della sinistra. Per An meglio Padoa Schioppa piuttosto che Draghi considerato troppo legato alla Prima Repubblica. L'ex membro della Bce piace a Massimo D'Alema ma anche a Francesco Rutelli e a Enrico Letta. Tuttavia nell'opposizione c'è chi ritiene che fare troppo il suo nome sarebbe controproducende perchè si dice, soprattutto nell'Udeur, che fornirebbe un alibi a Berlusconi per mettere un candidato vicino al centrodestra. Per l'Udeur quindi meglio puntare su Draghi sul quale la Cdl è comunque d'accordo e che garantirebbe l'assoluta autonomia dalla politica. Il nome di Draghi trova d'accordo anche i centristi dell'Udc e il segretario Lorenzo Cesa ha più volte detto a Berlusconi che senza cercare tanto altrove, sarebbe la soluzione giusta proprio perchè bipartisan. Il ministro Rocco Buttiglione caldeggia sia Draghi che Padoa Schioppa. La Lega invece preferirebbe Mario Monti che ieri ha guadagnato posizioni nel borsino-candidature. Il ministro Roberto Calderoli ha fatto il suo nome durante il vertice ristretto che Berlusconi ha convocato prima del Consiglio dei ministri di martedì scorso sulla riforma della banca d'Italia. Anche il ministro del Welfare Roberto Maroni ha detto di preferire Monti a Draghi. Da Palazzo Grazioli emerge che anche il premier lo considera una candidatura da non escludere e comunque che Draghi non è scontato. La Lega non è l'unica a sponsorizzare l'ex Commissario europeo. Anche nella Margherita sarebbero più che contenti. Il nome di Monti viene associato a quell'ipotesi di ricreare un «grande centro» a cui ambienti della Margherita ma anche dell'Udc guardano con nostalgia. Nel totonomine è stato tirato in ballo anche Vittorio Grilli, attuale direttore generale del Tesoro, vicino al ministro Tremonti che lo ha voluto su quella poltrona. Grilli ha ricoperto incarichi di responsabilità all'interno del Tesoro pure nei governi di centrosinistra e questo gli assicura un gradimento bipartisan. Di lui si mette in evidenza soprattutto la giovane età, 48 anni, che sarebbe una novità per la Banca d'Italia. Nella girandola di nomi è comparso l'ex ministro dell'Economia Domenico Siniscalco. A sponsorizzarlo sarebbero soprattutto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e il leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini. Romano Prodi sollecitato a sbilanciarsi su un nome, non ha voluto scoprire le sue carte. Però non è difficile pensare che propenda per Draghi. Insieme hanno vissuto un capitolo importante della storia economica del Paese e hanno portato avanti le più importanti privatizzazioni. Tra i papabili, ma considerata uan sorta di «riserva di lusso» è Lorenzo Bini Smaghi, attuale consigliere della Bce dove dovrebbe restare fino al 2013. È gradito soprattutto a Rifondazione e tra i Ds. Come ogni evento importante, anche la successione di Antonio

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