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Bpi, i clienti truffati saranno risarciti

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La decisione presa di costituirsi parte civile contro il banchiere di Lodi, hanno voluto sottolineare a Palazzo Altieri, è stata presa all'unanimità a voler sottolineare la compattezza degli istituti nel voler contrastare la nuova ondata di critiche al sistema che sta arrivando dopo lo scandalo della Bpi. Così, rompendo una tradizionale prudenza e riservatezza delle decisioni, il presidente dell'Associazione bancaria italiana va giù netto, sulla riforma del risparmio e sulla vicenda legata alla scalata dell'Antonveneta. Contro l'ex gestione della Lodi la posizione dell'Abi è marcata: si costituirà parte civile nel processo contro Fiorani & Co. per farsi rimborsare il danno alla reputazione e all'immagine del sistema. Rimborso che Gronchi ha assicurato, ufficialmente, in seno all'Esecutivo, per i clienti truffati. Il primo segnale che qualcosa è cambiato nel mondo del credito dopo le tempeste degli ultimi giorni arriva subito dopo che il presidente Maurizio Sella prende la parola nella conferenza stampa seguita alla riunione dell'Esecutivo. La concorrenza sulle banche, dice, deve andare all'Antitrust. I banchieri sposano la separazione per funzioni della vigilanza che era stata avanzata da alcune forze politiche. A poche ore dalle dimissioni di Antonio Fazio questo segna già una presa di posizione ferma e decisa. Sull'immediato futuro del vertice di Via Nazionale l'Abi si ritiene tutelata dalla co-decisione Quirinale-Palazzo Chigi, ma per il futuro preferirebbe l'introduzione di criteri di designazione che assicurino una scelta bipartisan. Auspica pertanto la previsione di un passaggio parlamentare, nelle Commissioni specifiche, con la garanzia di una maggioranza qualificata. Stesso discorso, secondo le massime cariche del mondo finanziario italiano, dovrebbe valere per la Commissione sul risparmio. Ma è sulla vicenda che li riguarda ancor più da vicino rispetto al vigilante futuro che i banchieri tentano l'attacco preventivo rispetto alle critiche che potrebbero arrivare e già stanno arrivando. Loro, dicono attraverso il presidente Sella, non sono come Fiorani, in lui e nei suoi comportamenti «non si rispecchiano». Di più, sospenderanno la banca lodigiana dall'associazione, aspettando che rompa definitivamente e chiaramente con il passato. Danno fiducia a Divo Gronchi, il nuovo manager che ha assunto «il pesante compito» di risollevare la banca di Fiorani, lo cooptano nell'Esecutivo, ma esprimono «ferma condanna e esecrazione» per le gesta dell'ex numero uno della Bpi. Loro, spiega il presidente di Palazzo Altieri potevano vedere solo «una scalata aggressiva, ma non di più». I comportamenti scorretti non potevano essere visti dai colleghi o dall'Associazione. E su Fazio il giudizio non cambia: «da cinque mesi non abbiamo commentato la vicenda per una questione di garbo, prudenza e per evitare un conflitto di interessi tra vigilanti e vigilati». Nella difesa del sistema gli istituti di credito non dimenticano in questa turbolenta vigilia natalizia i concorrenti più agguerriti del sistema, le Poste. Contro la società pubblica l'associazione di Palazzo Altieri ricorrerà presso le autorità italiane e la Commissione europea perchè, afferma, il tasso applicato per il conto in giacenza al Tesoro è «fuori mercato al 4,35%» e perchè non è più giustificato il collocamento in esclusiva dei titoli del risparmio postale emessi dalla Cdp, ora azienda privata a tutti gli effetti.

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