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«Il terrorismo non si combatte con il codice»

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E lo ha detto a chiare lettere anche durante il pranzo di ieri con alcuni corrispondenti della stampa estera per il tradizionale scambio di auguri natalizi. Il premier ha spiegato ai giornalisti stranieri che gli italiani non consegneranno il Paese «a questa sinistra» e che lui resterà a palazzo Chigi per altri 5 anni. E quando gli è stato chiesto cosa farebbe in caso di vittoria del centrosinistra, Berlusconi ha liquidato la domanda come «un'ipotesi che non prendo neanche in considerazione». Nel botta e risposta con i giornalisti Berlusconi ha toccato anche altri temi, dal terrorismo, alla «minaccia del comunismo» fino addirittura al «caso Di Canio». Sul «pericolo rosso» il premier è stato «stuzzicato» da un corrispondente che gli ha chiesto se il «pericolo degli ex-comunisti» non fosse paragonabile a quello degli «ex-fascisti». «Il problema non è lo stesso — ha risposto il Cavaliere — perché il fascismo non esiste più, mentre il comunismo esiste ancora». E a dimostrazione della sua tesi, il premier ha citato non solo alcuni partiti italiani, come Rifondazione comunista e i Comunisti italiani, ma anche alcuni paesi stranieri, come la Corea del nord e la Cina. Berlusconi è anche tornato sulla vicenda dei voli organizzati dalla Cia sul territorio nazionale spiegando che il governo non è mai stato al corrente di nulla. Parlando di terrorismo, Berlusconi avrebbe poi osservato che quando si tratta di combatterlo e di salvare vite umane, i governi possono anche usare strumenti riservati. Il premier si è però detto sicuro che il comportamento della Cia sia sempre stato «legittimo», tenuto conto che Bush è un «sincero democratico». Certamente - avrebbe concluso - non si può combattere il terrorismo «con il codice in mano». Alla fine del pranzo il premier ha sottolineato che Paolo Di Canio è «un bravo ragazzo, ma un pò esibizionista». È questo, secondo quanto riferito da alcuni presenti il commento fatto sul giocatore della Lazio, squalificato per una giornata dopo aver mostrato ai tifosi il «saluto romano». Berlusconi, interrogato sulla vicenda da un giornalista presente all'incontro, ha poi sottolineato che in ogni modo il giocatore della Lazio «non è rappresentativo» dei giovani italiani. Ieri il presidente del Consiglio ha ricevuto da «Striscia» un nuovo Tapiro. Se l'altra sera Prodi ha rifiutato il suo Tapiro «in affido» sulle manpolazioni televisive, ieri Berlusconi ha ricevuto il suo. Il video mostrato da Staffelli al Presidente del Consiglio risale al 26 gennaio 2003, in occasione dei funerali di Gianni Agnelli. All'arrivo di Berlusconi, la folla lo fischia, come viene proposto dal Tg2 e dal Tg3. Il Tg1 non cita neanche la presenza di Berlusconi. Rivedendo il filmato, Berlusconi afferma ai microfoni di Staffelli: «Io non ricordo questo filmato. E francamente non ricordo neppure i fischi. Succede sempre, dovunque si sa che arriva il Presidente del Consiglio Berlusconi, c'è un gruppo di 10-20-30 ragazzotti, persone che sono lì apposta per fischiare e urlare delle offese. Ormai c'ho fatto l'abitudine. La differenza tra chi è liberale e chi non lo è è questa: a noi non passerebbe mai per la testa di andare a fischiare qualcuno che si reca a rendere omaggio a una persona che non c'è più, a un funerale. Loro approfittano di tutte le situazioni per tributare al loro avversario, che considerano un nemico, le offese che li contraddistinguono». Sulle manipolazioni tv, il Cavaliere chiosa: «È una cosa normale, basta sapere che tutte le volte che vado da qualche parte ci sono 10-15 persone che fischiano. Il telegiornale deve essere obiettivo. È quello che mi auguro anch'io. Comunque i telegiornali non li vedo mai. La cosa da sottolineare è che c'è un'organizzazione di sinistra che continuamente va a fischiare il nemico politico numero 1. Lei dovrebbe sapere che sono l'editore più liberale che si possa immaginare». Sapendo che il tapiro è solo "in affido", Berlusconi replica: «Non me lo regala nemmeno? Allora devo augurarmi che il tapiro mi resti definitivamente...»

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