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Avvisi per Ricucci e i vertici di Confcommercio

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Per tutti l'ipotesi di reato è appropriazione indebita. Requisite alcune opere d'arte in casa di Billè

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I Pm romani che stanno indagando su Sergio Billè, il presidente dell'associazione accusato di appropriazione indebita, hanno chiesto al gip del Tribunale di Roma di sequestrare, come misura cautelare, l'immobile di via Lima a Roma oggetto di una compravendita tra la Magiste di Stefano Ricucci e la Confcommercio. Le Fiamme Gialle hanno inoltre perquisito, su ordine della magistratura, l'abitazione di Billè e le sedi milanesi di Banca Esperia e della Popolare Italiana. Ammonta a oltre 75 milioni di euro il valore dei sequestri in titoli, azioni e conti correnti. Nell'inchiesta su Confcommercio sono indagate 15 persone, tra cui i vertici dell'associazione, il presidente Sergio Billè e Stefano Ricucci per l'ipotesi di reato di appropriazione indebita aggravata dal ruolo rivestito nell'ambito della Confcommercio. La maggior parte degli indagati, che hanno ricevuto un avviso di garanzia insieme con un decreto di perquisizione, avevano accesso alle somme accantonate. Tra gli indagati anche i vicepresidenti Carlo Sangalli e Ferruccio Dardanello, nonchè l'amministratore di Confcommercio, il prof. Aldo Poli, in relazione alla gestione dei fondi extracontabili e per i gettoni di presenza assegnati agli stessi indagati. Gli investigatori della Finanza, sempre ieri mattina, hanno sequestrato 39 milioni di euro in azioni facenti capo a Stefano Ricucci e che erano depositate presso la Banca Popolare Italiana. Inoltre sono stati sequestrati 36,2 milioni di euro in conti correnti riconducibili alla Egap e al cosiddetto «Conto presidenziale». I 39 milioni di euro in azioni Capitalia riconducibili a Ricucci sarebbero, in realtà, l'anticipo della transazione dell'immobile di via Lima a Roma. I 36,2 milioni in conti correnti presso la banca Esperia erano nella disponibilità di Billè per il cosiddetto conto del presidente confluito sull'Egap, ente gestione attività promozionali. Secondo gli inquirenti l'Egap avrebbe fatto da «cavallo di Troia» per giustificare l'utilizzazione degli stessi fondi. Il gip Orlando Villone ha poi disposto il sequestro di centinaia di dipinti, alcuni di cospicuo valore. Si tratta di una sorta di galleria d'arte trovata nell'appartamento di Billè nel centro di Roma. Il trasferimento dei dipinti dall'abitazione di Billè, dato il cospicuo numero di tele, proseguirà anche nella giornata di oggi. Sequestrati anche mobili e altri oggetti del valore di almeno due milioni di euro. Le perquisizioni hanno riguardato la Confcommercio e Stefano Ricucci, per i quali, appunto, è stata ipotizzata l'accusa di appropriazione indebita. Le indagini hanno preso in esame, in sostanza, l'ultimo quinquennio. Infatti, secondo quanto si è appreso, i magistrati hanno esaminato i fatti accaduti in un periodo di tempo che non è soggetto ad eventuali dichiarazioni di prescrizione. Nell'inchiesta si punta ad accertare anche la legittimità di alcuni maxistipendi e gettoni di presenza percepiti da alcuni indagati tra cui i componenti della giunta di Confcommercio. Sulle operazioni compiute ieri gli investigatori faranno dettagliati verbali che saranno consegnati ai magistrati Toro, Sabelli, Cascini che appunto indagano sui fatti riguardanti la Confcommercio. Immediata la replica di Billè all'azione della magistratura. «Il provvedimento del Gip di Roma - ha precisato - riguarda esclusivamente l'eventuale sequestro preventivo di alcuni quadri che erano stati acquistati per conto della Confcommercio e che erano presso il mio domicilio a seguito di un regolare contratto di comodato risalente ad un periodo di gran lunga precedente all'indagine in corso». Il presidente di Confcommercio, che si è autosospeso nei giorni scorsi, ha poi aggiunto: «Ribadisco in ogni caso - sottolinea Billè - quanto già formalmente dichiarato ai Pm di Roma e cioè di essere pronto a fornire qualsiasi chiarimento a dimostrazione della correttezza del mio comportamento convinto come sono di aver sempre operato nell'interesse della associazione». Il reato di appropriazione indebita contestato ai dirigen

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