Casini stop and go, attacca e indietreggia
Quest'ultimo, parlando sabato a un convegno, aveva definito insufficiente la politica per la famiglia del governo Berlusconi. Poche parole, sufficienti, ad ogni modo, per scomodare Cesa e indurlo a una frettolosa precisazione. No, Casini non voleva offendere nessuno, non voleva attaccare gli alleati. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del segretario dell'Udc. Anche perché, il presidente della Camera non ha solo definito insufficienti le misure di sostegno varate dal governo Berlusconi, ma anche attaccato duramente la politica familiare del governo italiano negli ultimi vent'anni, non lesinando attacchi neppure nei confronti della vecchia Democrazia Cristiana. In ogni caso, Casini ha parlato della necessità di fare «scelte coraggiose» in tema di politica familiare, sottolineando come il presidente del Consiglio solo nell'ultimo anno di legislatura abbia preso in considerazione il problema. E ancora. Secondo il presidente della Camera non è stata l'introduzione dell'euro a determinare l'aumento dei prezzi, bensì «la mancanza di controlli». Davvero troppo per Cesa, che, evidentemente, ha visto nelle parole di Casini i prodromi di un incidente diplomatico dalle proporzioni ragguardevoli. Così ha deciso di scendere in campo, di prendere la parola e precisare il significato delle parole pronunciate dal leader centrista. Una sorta di interpretazione autentica del pensiero di Casini per evitare equivoci e smorzare sul nascere ogni diatriba. «L'Udc non fa polemiche, tanto meno con gli alleati», si è affrettato a precisare il segretario del partito, pur non accettando deroghe sul ruolo che spetta, in seno alla Cdl, all'Udc, che «vuole concorrere con determinazione a definire il programma del centrodestra. Un dietrofront in piena regola, quello di Cesa, che, addirittura, ha invitato tutti a smorzare i toni, esigendo «una doverosa serenità, poiché la campagna elettorale è lunga e faticosa». E proprio sul tema della famiglia si giocherà gran parte della competizione in vista delle politiche di aprile. Tant'è che ieri Forza Italia, manco avesse previsto le parole pronunciare da Casini, ha organizzato a Roma una manifestazione dal titolo «Soprattutto famiglia». Aldilà delle buone intenzioni e delle smentite di maniera, l'Udc non è ancora contento dei provvedimenti varati dal governo in tema di famiglia. E, questo, dalle parole di Cesa si evince chiaramente. «Noi non siamo ancora soddisfatti - ha spiegato infatti il segretario Udc - della politica familiare nel nostro Paese». Parole temperate dalla dichiarazione seguente: «Il presidente della Camera ha solo detto che negli ultimi vent'anni non c'è stata in Italia una vera e coerente politica della famiglia. È una constatazione che sta sotto gli occhi di tutti, non è un atto di lesa maestà verso nessuno». Poi la stoccata: «L'Udc vuole più attenzione e centralità per la famiglia nelle politiche del governo e non si sottrae all'autocritica anche verso se stessa come verso la politica condotta in passato dalla Dc. Si poteva fare di più. Se ai nostri alleati, invece, va bene così e non vedono la necessità di alcun intervento migliorativo, liberi di crederlo e di dirlo. Ma l'Udc - ha chiosato Cesa - si batterà con forza affinché le sue idee vengano rispettate e le sue proposte condivise e valorizzate nell'interesse comune». Le proposte nominate dal segretario centrista comprendono, fra le altre cose, «il quoziente familiare (chi ha più figli paga meno tasse), il pacchetto di misure d'accoglienza del neonato come il contributo mensile fino a 3 anni, l'introduzione della figura dell'assistente materno, il fondo d'incentivazione per i servizi di asilo nido, i premi agli enti locali che aiutano le famiglie e l'infanzia». Insomma, per stavolta il caso è chiuso, ma l'Udc non è più disposto a fare sconti in tema di famiglia. L'attacco a tre punte