Riappare Scelli e si crede un Pink Floyd
Attrezzi da muratore e persino un cartello che indica «lavori in corso». All'improvviso il buio, spezzato da luci psichedeliche e la canzone «The Wall» che suona a volume altissimo. Non siamo però al concerto dei Pink Floyd e ad uscire dal «Muro», appositamente rotto da due ragazzi, non è Roger Waters o Bob Geldof, ma Maurizio Scelli, l'ex commissario straordinario della Croce Rossa. Una scenografia bizzarra, insomma, quella scelta da Scelli per presentare la nascita del movimento «Italia di nuovo. Oltre il muro». Con uno sguardo al passato, quando in quel di Firenze la convention di Scelli a marzo Berlusconi si ritrovò a parlare in una sala semivuota, stavolta l'ex commissario straordinario della Cri, non ha voluto rischiare ed ha offerto uno show di prestigio. Dopo la colonna sonora più famosa degli anni Ottanta (sarà un caso ma anche i Ds hanno chiuso la conferenza programmatica romana con il sottofondo dei Pink Floyd), è salito sul palco Fabrizio Moro, reminescenza di Sanremo Giovani 2000. A lui l'onore di cantare il nuovo inno del movimento, rigorosamente «disco», dal titolo: «Non basta solo il business». È infatti sui giovani che si pone l'attenzione di Scelli. E di giovani ce ne sono tanti all'Auditorium, circa mille, che provengono da tutta Italia. Dal Piemonte alla Sicilia. «Da qui si inizia un cammino - ha annunciato Scelli - che vuole combattere quel muro contro il quale molti giovani si fermano. Il muro dell'egoismo, dello scetticismo, dell'indifferenza. Italia di Nuovo è una voce che parla di rinnovamento, di crescita, di volontà di riscatto. È la voce di chi ha vissuto sulla propria pelle il distacco delle istituzioni». È un fiume in piena, Scelli e non manca di accennare alla vicenda di Firenze. «È stata ritenuta un flop - commenta - perchè è stata vista con l'occhio della politica. Ma se siamo qui ora, così numerosi, è perché proprio a Firenze è stato gettato un seme che è stato raccolto. È nato un movimento che mette al centro la persona, composto dalla società civile, e che farà sentire la propria voce». Sul come farà sentire la propria voce il neo movimento però, Scelli resta criptico. «Ci conteremo prima - sostiene in merito alla possibilità di presentare la lista Italia di Nuovo alle prossime politiche - e poi decideremo. Certamente la nuova legge elettorale ci offre la possibilità di raccogliere la sfida». Probabile, dunque, se non addirittura scontato, che il movimento di Scelli si presenterà alle elezioni e nonostante l'ex Commissario ribadisca con convinzione «nè a destra nè a sinistra», chiarisce: «Sarò sempre grato a Berlusconi e a questo governo per avermi fatto vivere un'esperienza unica e che ha permesso un grande rilancio della Cri. Non vogliamo togliere consensi a nessuno, vogliamo solo essere protagonisti di un grande cambiamento». Un «ni» dunque all'ipotesi di un appoggio diretto al presidente Berlusconi o in generale alla Cdl. Fatto sta che comunque qualche volto, noto solo alle segreterie degli azzurri, si aggirava per l'Auditorium di via della Conciliazione.