La legge sul risparmio infiamma il grande Centro
E diventa la calamita attorno al quale si possono sperimentare le alleanze in vista di un futuro polo politico di centro. Intanto spunta l'ipotesi di un decreto per invitare il Governatore Antonio Fazio a lasciare Bankitalia. Si tratterebbe di un provvedimento immediatamente esecutivo dopo il via libera del Consiglio dei ministri e non avrebbe bisogno di un aiuto parlamentare. A guidare la manovre è stato ieri, dopo la proposta di Giulio Tremonti su nomina e mandato del governatore della Banca d'Italia, Pier Ferdinando Casini che ha lanciato un appello a Cdl e Unione per affrontare subito il nodo della legge. La risposta dei soggetti che dall'altra parte della barricata strizzano l'occhio all'idea di ricostituire un nuovo soggetto politico di Centro non sono mancate. È partito Francesco Rutelli secondo il quale «sarebbe una catastrofe non approvare la riforma in questa legislatura». E sulla stessa scia si è inserito anche Mario Monti che ha spiegato il motivo del blocco della riforma. «Non si è fatta perché la politica è stata succube della Banca d'Italia» ha detto l'ex eurocommissario. La sponda all'idea di un nuovo soggetto politico è stata fatta anche da Marco Follini: «Siamo arrivati al capolinea, anzi oltre, con la scalata all'Unipol». «Credo che il governo - ha sottolineato l'ex segretario Udc - abbia il dovere, insieme a tutto il Parlamento di approvare il disegno di legge sul risparmio, che tuteli i risparmiatori, restituisca certezze al mercato e ponga fine a quello che sta diventando un tormentone, gravemente lesivo degli interessi del paese. La discussione non è tanto sulla persona di Fazio, quanto sulla sua capacità di rappresentare ancora l'istituzione di cui è al comando». «Per quanto mi riguarda credo che Fazio sia una persona molto perbene - ha sottolineato il successore di Follini, Lorenzo Cesa - però le istituzioni vengono prima della persona. Quando il governatore va in giro per il mondo rappresenta un'istituzione importante del nostro paese. Se Fazio ha dei problemi personali con la giustizia è una questione che appartiene alla giustizia». All'idea del tutti uniti nel nome del Grande Centro non è mancato il contributo di Savino Pezzota che sul punto ha detto «se faranno la legge sul risparmio saranno risolte tante questioni». «Queste vicende - ha aggiunto Pezzotta - succedono quando un sistema economico pensa di poter risolvere le proprie questioni all'interno e abbandona i principi di natura etica. Quando il valore, anzichè la produzione, diventa l'elemento fondamentale, cose di questa natura accadono. Ecco perchè è necessaria una legge che regoli l'intero sistema». Resta da segnalare che, in ogni caso, alla causa della chiusura in tempi rapidi del ddl risparmio, tramite un'intesa bipartisan si sono uniti anche politici che poco hanno a che fare con i disegni neocentristri. Massimo D'Alema ha ricorda invece che è la maggioranza ad aver «boicottato il provvedimento, non noi». «Abbiamo detto con chiarezza - ha ricordato il presidente dei Ds - quali sono le misure necessarie» e siamo pronti a sostenerle se il governo le propone». Ma D'Alema ha posto subito un veto: «No a soluzioni pasticciate e a una Bankitalia lottizzata».