La Chiesa contro i Pacs della Regione Lazio
Oggi Roma Sette, settimanale del Vicariato, ospita un intervento nel quale la legge, che dovrà essere predisposta dall'assessore regionale alle Politiche sociali su mandato della giunta Marrazzo, viene definita «priva di logica» e portatrice di un «gravissimo danno sociale». «Nei giorni scorsi — scrive il settimanale — la Giunta regionale del Lazio, su proposta del presidente Marrazzo, ha dato mandato all'assessore alle politiche sociali di predisporre un provvedimento legislativo, da proporre quale allegato della prossima legge finanziaria regionale, "finalizzato a prevedere forme di assistenza indirizzate a persone che risultino legate da vincoli affettivi e conviventi anagraficamente con carattere di stabilità, al di fuori dei casi ricompresi nella legge regionale 32/2001", cioè della legge approvata dal precedente Consiglio Regionale che aveva giustamente previsto interventi a sostegno della famiglia fondata sul matrimonio. Ora invece tale famiglia viene declassata a "nuclei familiari di tipo tradizionale" e si prevede di estendere i benefici previsti a suo favore alle altre forme di unione sopra indicate, che comprendono evidentemente anche le unioni omosessuali». «Il ragionamento sottointeso — prosegue l'articolo — è che, alla luce dei diritti inviolabili dell'uomo e dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, sarebbe lecito, e anzi doveroso, parificare per vari aspetti le cosiddette coppie di fatto alle famiglie regolarmente sposate. Vi è in questo un'evidente mancanza di logica, dato che a situazioni profondamente diverse non può corrispondere un trattamento uguale, come ha più volte riconosciuto, proprio in questa materia, la Corte Costituzionale. Ma soprattutto una tale assimilazione, sotto l'apparenza di venire incontro a situazioni meritevoli di aiuto — alle quali si potrebbe sempre provvedere rimanendo nell'ambito dei diritti e doveri delle persone — produrrebbe un gravissimo danno sociale, rendendo ancora più difficile, specialmente per le giovani coppie, percepire l'autentica natura e il valore del matrimonio». Roma sette, oggi in edicola come allegato di Avvenire, conclude: «Se malauguratamente la proposta della Giunta regionale del Lazio dovesse tradursi in un provvedimento legislativo, non potrebbe che riproporsi, in tutta la sua chiarezza, la valutazione totalmente negativa che i vescovi del Lazio avevano dato il 19 ottobre 1999 della legge regionale che era stata allora approvata e che oggi nella sostanza si vorrebbe riproporre». Marco Di Stefano, assessore al personale della Regione Lazio difende comunque la decsione del presidente Marrazzo: «Non è vero che vogliamo fare i Pacs. Lo spirito della legge è quello di salvaguardare innanzitutto le famiglie ma anche di aprire gli occhi davanti a um mondo che sta cambiando, a persone che soffrono. Noi intanto salvaguardiamo i nuclei familiari ma non possiamo essere bigotti, chi ha a cuore le sorti dei cittadini deve avere a cuore le sorti di tutti».