Prodi il «padano» fa arrabbiare Veltroni

Anche se poi si è affannato a spiegare che, come al solito, era stato frainteso. In realtà le parole che Romano Prodi ha pronunciato giovedì sera forse con un po' di leggerezza davanti ai giornalisti contro Roma hanno lasciato di stucco non tanto gli avversari politici del Professore quanto soprattutto i suoi alleati romani. Primo fra tutti il sindaco della capitale Walter Veltroni. Il quale raccontano che ieri mattina non abbia accolto con particolare felicità le dichiarazioni del leader dell'Unione. E chi ha provato a chiedergli un commento alla vicenda ha capito dalle sue espressioni che non aveva gradito affatto l'uscita del Professore. Tanto che, dopo aver letto i giornali, lo ha subito chiamato al telefono per farsi spiegare il senso della frase «a Roma non abiterei manco morto». Prodi ha fatto velocemente retromarcia spiegando che quelle parole non le aveva mai dette. Spiegazione che a Veltroni è bastata a metà. Perché comunque il sindaco è rimasto convinto che un po' di prudenza e accortezza in più da parte di chi è stato candidato a fare il leader dell'Unione non guasterebbe. Ma soprattutto Veltroni si è irritato per l'assist che Prodi ha dato al centrodestra romano: stamani, infatti, Alleanza Nazionale attaccherà in giro per la città i manifesti con scritto «Prodi a palazzo Chigi? Manco morto!», riferendosi ovviamente alla sua dichiarazione di antiromanità. Un regalo agli avversari di cui Veltroni non sentiva assolutamente il bisogno in un momento delicato come questo, a soli cinque mesi dalle elezioni per eleggere il nuovo sindaco. Il sindaco ieri, incalzato dai giornalisti alla fine di una conferenza stampa in Campidoglio, non ha voluto, ovviamente, attaccare Prodi. Anzi. Ma allo steso tempo ha fatto capire chiaramente di non aver affatto gradito quelle frasi buttate lì su Roma. «Stamattina ho chiamato Prodi, stupito delle parole riportate sui giornali — ha spiegato — e lui mi ha confermato di non aver mai usato tali parole. Anzi mi ha ribadito di avere un rapporto di stima e considerazione nei confronti di Roma. Più che altro si riferiva a certi ambienti che ci possono essere a Roma come in altre città». Tutto chiarito? Non proprio perché poi Veltroni ha voluto aggiungere che «nei confronti di Roma bisogna soprattutto avere rispetto, da parte di tutti. Per quello che Roma fa per i suoi cittadini, per quello che fa per il Paese, per il grado di coesione sociale stimato nel mondo e per la sua trasformazione. Roma è una città che vive, ora, di energie, di innovazione tecnologica, di sviluppo turistico, in controtendenza rispetto al Paese». L'irritazione per le parole di Prodi traspare anche dai commenti di alcuni esponenti della parte «rutelliana» della Margherita. «Ha fatto come Berlusconi — sibilava ieri un dirigente di Dielle — prima ha detto una cosa e poi ha cercato di rimangiarsela». E a poco sono serviti gli interventi di altri esponenti del centrosinistra che si sono affannati a spiegare che quella di Prodi era solo una dichiarazione «contro i salotti mondani della capitale, non contro la città», attaccando la Cdl «colpevole di strumentalizzare un fatto inesistente». Anche il mondo imprenditoriale capitolino non ha infatti preso bene le dichiarazioni del Professore. Andrea Mondello, ad esempio, presidente della Camera di Commercio della capitale e della Fiera di Roma, uno degli uomini di punta del mondo industriale romano, ha preferito usare l'arma dell'ironia per criticare Prodi: «Ho letto questa mattina sulla stampa che Prodi non amerebbe vivere a Roma. Sorridendo ho pensato a come gli fosse venuta questa battuta. Ho ragionato a lungo su questa sua dichiarazione scherzosa. Ciò forse è determinato dal fatto che Roma negli ultimi anni è molto cresciuta in termini di Pil e che si trova in una fase di sviluppo». «Probabilmente — ha concluso Mondello — cercava di stimolare una dialettica in maniera scherzosa per la comunità territoriale in cui si trovava che non ha avuto gli stessi risultati».