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La Cdl usa l'arma della satira

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A far scivolare Romano Prodi nella polemica è stata soprattutto una frase del professore: «Io vivere a Roma? Manco morto». Il concetto, emerso durante un incontro pubblico a Cinisello Balsamo, e che l'interessato si è affrettato a smentire (inutilmente e comunque solo in parte) ha innescato una raffica di battute fantasiose dal centrodestra. La Cdl è passata subito al contrattacco con Forza Italia, Udc e An schierati sulla linea: chi non ama la Capitale non può candidarsi alla guida del Paese. Quindi Prodi se ne resti a casa. «Come si fa a non capire che Roma è il compendio di tutte le bellezze d'Italia?», ha osservato il sottosegretario Paolo Bonaiuti. Il coordinatore nazionale di FI Sandro Bondi e l'europarlamentare azzurro Antonio Tajani hanno sollecitato le scuse di Prodi ai romani. Lo stesso hanno fatto l'europarlamentare e il capogruppo di An in Campidoglio, Roberta Angelilli e Sergio Marchi. «Se Romano Prodi non ama Roma c'è un solo modo per accontentarlo: vincere le elezioni politiche e rispedirlo a casa», ha aggiunto Francesco Giro. Medesimo concetto è stato espresso con un pizzico di goliardia da An che ha già deciso di affiggere per Roma manifesti con la scritta «Prodi a Palazzo Chigi? Manco morto!». I giovani di Forza Italia hanno scelto, invece, le rime di Pasquino Azzurrino con la «Poesia de Prodi che nun vò vive a Roma. E chi te ce vole?!». «Veltroni difende l'indifendibile. Un candidato premier che usa toni durissimi e lesivi dell'immagine della Capitale d'Italia ha già perso in partenza», ha chiosato il capogruppo dell'Udc alla Regione Lazio Luciano Ciocchetti.

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