An in piazza, arriva il nuovo simbolo

Ma stamattina, nell'esecutivo di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini farà una cosa ben precisa: presenterà il nuovo simbolo del partito. Al vertice della sua formazione politica mostrerà infatti le prime bozze del logo, che contiene un dettaglio in più, piuttosto segnificativo: il suo nome. Ormai sembra certo: Fini pare convinto a non tornare indietro. In queste setttimane, ha fatto circolare l'ipotesi del nuovo simbolo; ha lasciato trapelare l'indiscrezione della modifica con l'inserimento del nome del leader. Stamattina potrebbe anche spingersi oltre e far girare sul tavolo dell'hotel Nazionale, dove si riunirà tutto il gruppo dirigente della destra, il nuovo emblema. Nella migliore delle ipotesi, se cioè non dovesse incontrare alcuna critica da parte dei suoi colonnelli, Fini potrebbe annunciare la novità al popolo. Nel senso letterale del termine, visto che per il pomeriggio è fissato un comizio a Roma, in piazza della Repubblica, per la precisione. Una manifestazione, quella pubblica, voluta dallo stesso presidente di An. Un po' per mobilitare i suoi, un po' per aprirsi verso l'esterno. Ma un po' anche per contarsi, dal momento che il partito non scende in piazza da più di un lustro. È anche per questo che nessuno azzarda cifre, nessuno si sbilancia in previsioni sulla partecipazione: «Ci sarà tanta gente, il partito è in grande forma», dice Marco Martinelli, capo dell'organizzazione di via della Scrofa. Ma è chiaro che quello di oggi sarà qualcosa di più di un semplice comizio. An lancerà quella che ufficiosamente è una campagna «per Fini premier». Dunque, non il solito inizio di campagna elettorale. Ma l'inizio di un Fini che esce dal guscio e che - anche senza entrare in rotta di collisione con Berlusconi e senza intaccare la sua leadership - si propone come possibile candidato premier. D'altronde, pure le ultime ricerche confermano che Alleanza nazionale non riesce a sfondare su un elettorato potenziale, quello che invece guarda di buon occhio proprio al leader del partito. Il nome di Fini nel simbolo, tutto sommato, serve soprattutto a questo: ad attrarre un «mercato elettorale» che va oltre il consenso ad An. Sullo sfondo si affaccia qualcos'altro, però. Alleanza nazionale sta mutando pelle, poco alla volta, sta diventando un partito personale, anzi forse qualcosa di più. Quasi una lista Fini. Tanto è vero che dall'estate scorsa il capo della destra ha cambiato via via pezzi importanti all'interno del partito. A cominciare da alcuni coordinatori regionali chiave. E non senza frizioni. È di ieri la notizia dell'ennesimo scontro, nel coordinamento regionale della Lombardia, tra la finiana Cristiana Muscardini e il ras Ignazio La Russa, che proprio domani terrà nel capoluogo meneghino il suo tradizionale comizio di Natale al teatro Nuovo (ci saranno anche Letizia Moratti e Francesco Storace). Ma la rivoluzione dolce di Fini ha toccato anche i gangli più periferici. Come le federazioni locali. A Latina, ha piazzato Riccardo Pedrizzi, nella provincia romana addirittura il suo capo della segretaria, Francesco Proietti. Insomma, siamo alla finizzazione di An. Il passaggio successivo è il lancio dei leader come possibile guida del centrodestra e del governo del Paese. È stato del resto questo il leit motiv dell'iter Italiae, il giro delle venti regioni che ha visto coinvolto Fini in tutti i weekend. E che proseguirà a febbraio con la conferenza programmatica, sul tratto finale della campagna per le Politiche.