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Margherita-Quercia, è guerra Il caso Lodi sfascia la coalizione

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Soprattutto alla luce delle parole pronunciate ieri dal leader dei Dl durante la direzione del partito. La notizia dell'iscrizione al registro degli indagati del numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, non è ancora arrivata al Nazareno ma Tiziano Treu è quasi profetico quando, scuotendo la testa, sussurra ai cronisti: «Non si può far finta di niente. La situazione è gravissima e c'è di mezzo anche Consorte, è evidente». Parole che sembrano nascondere un giudizio ben più pesante. Dopotutto, in questi mesi, più volte esponenti dell'Unione hanno sottolineato gli stretti legami tra Consorte, il mondo delle cooperative e la Quercia. Ma Rutelli sembra non voler stare al gioco. Il leader della Margherita mette subito in chiaro due cose che, sottolinea, sono legate tra loro. La prima è la rivendicazione della «giustezza» della linea imboccata dai Dl sin dall'estate. La seconda è l'assoluta volontà di non alimentare nemmeno l'ombra di possibili strumentalizzazioni politiche. «Siamo stati lungimiranti», ha detto Rutelli alla direzione sfogliando il testo dell'intervista che rilasciò al Corriere della Sera a luglio. Lungimiranti nell'assumere la distinzione tra affari e politica come una '«bandiera». Lungimiranti nel chiedere ad Antonio Fazio di assumersi le proprie responsabilità e dimettersi. Una linea di «intransigenza» che i Dl mantengono ben salda. «Non faremo sconti a nessuno», dice Rutelli, ma allo stesso tempo tiene a precisare che la linea della Margherita è quella di dire «no a qualunque strumentalizzazione politica» della vicenda nei confronti della Quercia. Ciò nonostante il timore che possa scoppiare una bomba in piena campagna elettorale c'è, ma c'è anche la consapevolezza che ognuno si dovrà assumere «le proprie responsabilità». Una consapevolezza che fa pronunciare ad un esponente ex-democristiano una battuta al vetriolo nei confronti dei Ds e del loro atteggiamento negli anni di Tangentopoli: «chi di spada ferisce, di spada perisce...». Nel frattempo tutto tace al Botteghino. Così, mentre il capogruppo Luciano Violante torna a chiedere le dimissioni di Fazio e una seria legge sul risparmio che tuteli per davvero i risparmiatori», l'unico ad entrare nel merito della vicenda, prima della notizia dell'avviso di garanzia a Consorte, è Pierluigi Bersani. «La magistratura vada fino in fondo, ma non facciamo di tutta l'erba un fascio. - ha detto Bersani - I ladri devono andare in galera, ma attorno ai ladri non può venir fuori un alone di sfiducia generale. Dietro tutto questo ci sono tentativi poco simpatici di tirarci in mezzo. Se parliamo sembra che siamo dentro, se non parliamo sembra che siamo in imbarazzo».

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