S&P bacchetta il governo ma non si fida di Prodi
A dipingere così il quadro dell'economia è l'agenzia Standard&Poor's che non ha mancato di osservare come la valutazione «a lungo termine potrebbe essere abbassata, nel corso del prossimo anno, se non emergono segnali di una strategia di riduzione del debito sostenibile e coerente dopo le elezioni dell'aprile 2006». Considerazioni nette indirizzate, in maniera particolare al mondo politico: sia quello di centrodestra al governo che quello di centrosinistra all'opposizione. «Nonostante una solida maggioranza parlamentare - viene infatti osservato - il governo Berlusconi è stato incapace di procedere lungo la propria agenda di riforme strutturali e fiscali». Per quanto riguarda la compagine guidata da Romano Prodi, invece, «una potenziale maggioranza di centrosinistra - mancherà di coesione così come il governo Berlusconi e, probabilmente, dovrà appoggiarsi» sugli alleati di Rifondazione Comunista come «partner della coalizione». Sul fronte finanza pubblica - è stato puntualizzato - il rating della «Repubblica italiana e quelli degli enti territoriali, nel 2005, hanno ancora una volta attraversato un anno critico. Dopo il declassamento del luglio 2004 a AA- con prospettive stabili, l'8 agosto S&P ha modificato la previsione sul rating sovrano a negativo alla luce degli accresciuti rischi in un contesto di bassa crescita economica e di indebolimento del Patto di Stabilità europeo». Viatico poco brillante per il 2006 oramai alle porte. A giudizio di Standard&Poor's, nei prossimi 12 mesi, «i temi evidenziati in passato si ripresenteranno ancora una volta, specie a consultazioni compiute»: nel dettaglio, appare necessario «delineare e avviare un approccio credibile e coerente per risolvere gli squilibri finanziari, al di là delle misure una tantum» varate nel recente passato.