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Petruccioli: «Non cambiate la Gasparri

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negli articoli che mi hanno fatto eleggere»

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Parole di Claudio Petruccioli, presidente Rai, il primo ad essere eletto con questo tipo di norma. Parole che, di questi tempi, suonano un po' come un conflitto di interessi. Soprattutto se si considera che Petruccioli era un senatore Ds e che la sua coalizione ha già fatto sapere che, una volta arrivati al governo, cancellerà qualsiasi norma varata da Berlusconi. Anzi, il centrosinistra s'è soffermato proprio sulla legge di riforma del sistema radio-tv come di un provvedimento da cancellare. Petruccioli, però, non sembra troppo convinto di questa strategia politica soprattutto nella parte in cui lo tocca direttamente. Anche se argomenta questa sua posizione eloquentemente: «Fino a quando le cose non cambiano per la tv pubblica e resta il legame con il Parlamento - spiega -, si deve procedere con questa norma che è di garanzia per chi va a svolgere tale funzione al vertice della Rai. Spero che questa norma non venga cambiata». Ma Petruccioli, che ieri ha presentato il libro di Maurizio Gasparri «Fare il futuro», non si è fermato a questa semplice difesa «ad personam», e ha riconosciuto all'ex ministro delle Comunicazioni e alla sua creatura normativa anche altre qualità: «Se andiamo alla sostanza - ha detto - e guardiamo quanto si è fatto nel settore delle comunicazioni negli ultimi 10 anni, si può dire che è stato fatto un buon lavoro, anche se ci sono state due maggioranze diverse. La legge Gasparri ha elementi positivi ma manca di stabilità, soprattutto per quei sassi, o se vogliamo dire sabbia, creati dal legame tra il presidente del Consiglio e la maggiore tv commerciale che rendono l'ingranaggio meno fluido, e più difficile guardare lontano». Insomma, il presidente della Rai da un lato difende il provvedimento (per la parte che lo riguarda personalmente) e per il resto lo boccia (nei capitoli che non lo toccano in prima persona).

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