Il Cavaliere ad alta velocità

Silvio Berlusconi salirà su un treno. Non un treno qualsiasi. Un treno ad alta velocità. Il primo: quello che porterà da Roma a Napoli in 50 minuti. È un piccolo sogno, quello che il premier coltiva da qualche tempo: mettersi a fare il capostazione e far partire un treno, un treno che può mettersi in moto grazie all'opera del suo governo. Anche se non è proprio così, visto che la Tav, tra la Capitale e la città all'ombra del Vesuvio è iniziata prima che arrivasse alla guida di Palazzo Chigi. Ma vede il suo completamento nell'era Berlusconi. È tanto contento di partecipare a questa inaugurazione e soprattutto di voler dimostrare agli italiani di aver realizzato le grandi opere promesse, che il Cavaliere ha fatto slittare il primo via libera. Inizialmente prevista per lunedì scorso, il primo vagito della nuova tratta è stato fissato per il 21 dicembre. E Berlusconi ha scelto personalmente la data in cui mettere in moto ufficialmente il nuovo treno anche perché ha dovuto scovare nella sua agenda un giorno in cui gli fossero consentite un po' di ore. Il premier infatti darà l'ok, alle 8 e trenta del mattino, con tanto di cappello e bandierine alla stazione Termini, ma poi subito dopo ha intenzione di salire su un vagone e partire alla volta di Napoli, dove arriverà prima delle 10. Insomma, il Cavaliere farà un viaggio completo, da Roma al capoluogo partenopeo. Almeno questo è il programma, sempre che non vi siano ulteriori cambiamenti. Il leader della Cdl vuole anche riempire la manifestazione di un ulteriore significato politico. Il riferimento infatti è rivolto alle proteste in Val di Susa. E non sarà che il primo. Nelle prossime settimane il capo del centrodestra insisterà sulle «cose fatte» dal suo governo. Spiegherà i risultati ottenuti e batterà come un martello sui progetti realizzati. Sottolineando, allo stesso tempo, sul fatto che se vincesse il centrosinistra tutto si fermerebbe. Un capitolo, questo, aperto proprio sull'argomento più emblematico e significativo delle ultime settimane: la Tav. Sul progetto, infatti, parte della coalizione è favorevole. Ma quest'ala riformista rischia di essere soffocata dai gruppi movimentisti. A cui il Professore sembra cedere. In questo senso Berlusconi ha iniziato a battere su questo tasto il 30 novembre scorso, quando ha detto: «Sulla storia della Tav Prodi fa quello che fanno abitualmente a sinistra: non c'è bene o male, giusto o sbagliato, c'è solo il conveniente». Ed è tornato sull'argomento il 2 dicembre: «L'opera è sicura perché si sono fatte tutte le verifiche riguardo al suo impatto ambientale. Ora dobbiamo fare in modo che cessi ogni infiltrazione politica in queste proteste». Ma il giorno dell'Immacolata è stato chiaro e perentorio: «La Tav è un'opera cui non si può rinunciare e che ha tutte le garanzie dal punto di vista ambientale». «La Tav - ha aggiunto il premier quel giorno - non è un problema, ma un'opportunità per l'Italia. Durante la mia presidenza dell'Unione siamo riusciti a far passare le grandi reti europee, di cui la principale è proprio il corridoio 5, che va dall'Atlantico al Pacifico, che va non a Mosca, ma a Kiev e da Kiev si sta ragionando per arrivare alla Transiberiana e da quella all'Oceano Pacifico». Il leit motiv sarà questo. Anche sui prossimi 6x3, i manifestoni che inonderanno le città, ce ne sarà uno preparato ad hoc per ricordare le opere realizzate. Forse ci sarà una diversificazione tra regione e regione. Per esempio, in Calabria si ricorderà l'avvio dei cantieri per la Salerno-Reggio, mentre in Lombardia quelli per la Torino-Milano. E, più in generale, il Cavaliere interverrà sempre meno nelle polemiche quotidiane e punterà di più a parlare di atti, di scelte concrete, di opere realizzate. Perché è convinto che questo possa essere uno dei punti che gli consenta il recupero.