Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Grazie, è la prima volta che riesco a vedere il concepito Egregio direttore, da 16 anni sono nel Movimento per la vita italiano.

default_image

  • a
  • a
  • a

000«lui» a nascere. La forza dell'amore unita a quella della ragione fà si che prendano corpo le parole del Piccolo Principe: «L'essenziale è invisibile agli occhi». Lei, che vive nel mondo della comunicazione e dell'immagine, ha capito prima di tutti che l'essenziale, lui, il protagonista andava resi visibile. È la prima volta che vedo il protagonista, lui, ognuno di noi, sulla prima pagina di un quotidiano. Grazie perché sono sicuro che altre persone, i suoi lettori, ora «getteranno lo sguardo sul concepito» in modo diverso e lo riconosceranno come figlio, persona. Giorgio Gibertini Responsabile nazionale giovani Movimento per la vita italiano Quella foto andrebbe mostrata nei consultori Caro Franco, mi permetto il «tu» perché dò ad esso l'importanza che esso ha come il tu della mamma con il figlio ancora in grembo. Questa lettera aperta perché pubblicamente vorrei esprimerti «gratitudine» per la forza, la lucidità con la quale hai messo il coltello nella piaga, ed un grazie aggiunto alla direzione del Il Tempo, che in ciò ti ha seguito consegnandoti ben tre prime pagine. La foto che tu hai pubblicato, è forte, diciamo che io l'ho nascosta dalla visione dei minori, ma questa censura è deve essere solo mia come genitore, e di tutti gli adulti verso i bambini, per non turbare le loro candide coscienze e le loro certezze...: quelle di essere nati! La tua operazione che tanto scandalo sembra aver causato, è solo un operazione da adulti, ma neanche tanto strumentale e scandalistica... hai scelto la decenza, perché se tu avessi voluto, avresti scelto ben altre foto per scandalizzare la piazza: foto che disponibilissime in web mostrano corpicini straziati di feti di oltre tre mesi (quelli motivati dai certificati di instabilità mentale della madre), feti dilaniati dal forcipe e smembrati delle braccia, delle gambe, del busto, il tutto sezionato per consentire la loro uscita dal grembo, e gettati in un secchio molto simile a quelli usati dai macellai per gli scarti dei mezzi busti ovini. Hai ragione tu, basterebbero certe immagini nei consultori per far rendere conto di quale mostruosità ci si accinge a compiere in questa tragica scelta. Sempre in web, è disponibile da un sito cattolico di cui non faccio il nome, un bel filmato di diciotto minuti «urlo nel buio», 18 minuti di verità. Un aborto veduto dal monitor e dalla postazione del medico aborzionista senza censurare, e che delucidano su tutta la pratica. Posso assicurare che qualora si fosse inizialmente in procinto di scegliere questa soluzione tragica, dopo il video assolutamente si fugge nella propria coscienza. Ho inviato immagini e video in vari forum di discussione in web... più di una volta sono stato bannato e comunque sempre accusato di essere uno schifoso che non rispetta le donne che quel dramma hanno vissuto. Bhè, se solo potessero vedere certe immagini le donne che sono ancora molto lontane dal sentirsi proprio il problema, forse qualcosa di utile per il futuro si può sperare: l'informazione chiara e la responsabilizzazione di tutti verso una scelta in modo chiaro ed adulto. Sapere realmente di cosa si parli e non per sentito dire o per opinioni ideologiche. Per non cadere nella becera ignoranza degli aborti clandestini, in primis bisogna informare e avere il coraggio di dare una educazione conoscitiva anche nelle scuole... perché se tanto si sbandiera la modernità, essa deve essere messa i pratica in senso totale: non si può scegliere la via del perbenismo per rispettare le coscienze nel non far vedere certe immagini, e contemporaneamente percorrere la strada dei diritti civili. Noi adulti dobbiamo sapere, prima di assumerci le responsabilità. Scusa le mie parole, ma esse sono offerte a Te per incoraggiarTi in una difficile strada: quella dell'informazione non ideologizzata ma solo intenta alla verità. Andrea Filacchioni Ma bisogna rispettare i lettori impressionabili Egregio direttore, premetto di

Dai blog