Legge elettorale, Prodi «usa» Ciampi
«Se vinceremo - ha avvertito - l'abrogheremo e torneremo al Mattarellum». Prodi ha assicurato che sul ritorno al maggioritario c'è compattezza nel centrosinistra («siamo tutti d'accordo») aggiungendo che, se l'Unione vincerà le elezioni, cercherà un accordo con la Cdl per una nuova legge. Ma il passaggio che ha fatto scattare al massimo i decibel della polemica è quello relativo al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Secondo Prodi, infatti, la Cdl si rivolge a Ciampi, affinché promulghi la legge, «con minacce neppure velate alternate a lusinghe non eleganti». «Cinque anni fa - ha detto - la Cdl protestò duramente contro nuove leggi elettorali approvate senza l'intervento dell'allora opposizione. Ora vogliono che il Capo dello Stato assicuri senza indugio la promulgazione di una legge di comodo, adottata dalla sola maggioranza nel suo evidente e miope interesse di bottega e per suo esclusivo interesse di parte». Parole lette davanti a decine e decine di giornalisti e che subito, quasi in presa diretta, hanno suscitato la risposta irata di quasi tutta la Cdl (solo la Lega opta per il silenzio). Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha invocato un «giurì d'onore», l'inchiesta interna al Parlamento, per verificare la fondatezza di affermazioni ritenute al di là della normale polemica politica e che ledono l'onore di un singolo parlamentare. Sono affermazioni «talmente incredibili - ha spiegato Bondi - che Prodi dovrà renderne conto al più presto di fronte al Parlamento e al paese». Fabrizio Cicchitto ha ribaltato l'accusa: è Prodi a voler pesantemente condizionare, pubblicamente, il capo dello Stato. Oppure, aggiunge, «è un irresponsabile che avvelena la vita politica». Ma è Carlo Giovanardi a replicare con le parole più dure al Professore: «Manca del necessario equilibrio per governare l'Italia, ha fatto dichiarazioni incendiarie». «Frasi incommentabili», è stato il commento di Domenico Nania, capogruppo di An in Senato. La controreplica dell'Unione è all'unisono: Prodi ha toccato un nervo scoperto. La legge targata Cdl «è un gran passo indietro, è una legge elettorale che porta instabilità.» chiosa Francesco Rutelli. «Berlusconi- aggiunge l'ex sindaco di Roma - dice di non avere governato per colpadell'instabilità e dei suoi alleati e vuole creare un sistema che favorisce l'instabilità. Lo fa perché pensa di perdere e quindi vuole rendere la vita difficile a chi vincerà».