«Non mi candido è l'ora dei giovani»
Loafferma Savino Pezzotta, segretario della Cisl, in un'intervista rilasciata a «Formiche», bimestrale vicino all'Udc. «Senza escludere nulla nel mio futuro — ha spiegato — sono convinto che la vita sia fatta di tante altre cose: alla mia organizzazione sono molto grato perché mi ha dato molto, mi ha dato più di quanto io non sia in grado di restituire. Ma la vita delle persone non è solo nell'impegno sociale e politico, ci sono tanti altri momenti importanti per essere al servizio della comunità: e poi c'è un tempo in cui è meglio dare spazio ai giovani, soprattutto quando le loro idee sono più fresche delle nostre». Nell'intervista Pezzotta ha fatto un bilancio sulle politiche economiche del governo Berlusconi e sul ruolo del sindacato in Italia. «Il giudizio complessivo sull'operato dell'Esecutivo in questa legislatura è negativo. Un giudizio negativo senza alcun pregiudizio: credo che tutto si possa dire tranne che la Cisl abbia dimostrato pregiudizi di base verso il Governo». «Certamente — ha proseguito — non tutto è da buttare. Alcuni interventi sul mercato del lavoro che il Governo ha varato sono stati giudicati dalla Cisl in modo articolato: infatti noi non ci siamo accodati a coloro che consigliano di cancellare la legge Biagi». Il leader della Cisl si «trova d'accordo» con l'editoriale di Sergio Romano uscito qualche tempo fa sul Corriere della Sera in cui l'ex ambasciatore consigliava a Prodi di non cancellare tutti i provvedimenti varati dalla Cdl. «Ritengo di avere un'idea molto precisa di di cosa significhi governare. Mi sembra che qualcuno voglia giocare con il Paese al gioco dell'oca: se ogni cinque minuti ritorniamo alla prima casella distruggiamo tutto. Il Paese vive un bipolarismo strano se questo sistema non funziona, è meglio tornare al proporzionale puro perché in questo modo si creano alleanze parlamentari ed il Parlamento ritorna a ricoprire un ruolo centrale». Parlando di un cambio della legge elettorale, Savino Pezzotta ha spiegato che «in un sistema bipolare la soluzione del grande centro è un problema. La vera questione che si trova davanti a sè la politica è il tema della mediazione politica: è un problema culturale di visione strutturale della politica. Dobbiamo assumere la mediazione, com'era nella tradizione del cattolicesimo impegnato in politica, non come compromesso, ma come ricerca della convergenza e del sostegno comune. Serve una cultura della mediazione, una cultura riformista e gradualista. Certe volte ho l'impressione di vivere in una Repubblica senza vivere lo spirito repubblicano». Pezzotta si è infine soffermato anche sul bisogno di istituire una «cultura della legalità». «Far capire — ha spiegato — che pagare le tasse conviene ed è giusto, oltre che una forma moderna di solidarietà. Se non si pagano le tasse a farne le spese saranno sempre i più deboli».