E Gasparri rilancia la privatizzazione
Nonostante lo stop che ha seguito una partenza in quarta sulla privatizzazione ad opera dell'ex direttore generale Cattaneo, infatti, l'ex ministro torna sull'argomento in «Fare il futuro (idee e azioni per modernizzare l'Italia)», libro intervista a cura di Lucilla Parlato che sarà presentato mercoledì prossimo (ore 17.30, sala capitolare in piazza della Minerva a Roma). «Contrariamente a quanto vuol far credere il centrosinistra, la privatizzazione non porterebbe ad un ridimensionamento del servizio pubblico. La Rai, anzi, dovrà diventare più efficiente e più efficace, tagliando gli sprechi. Inoltre, il fatto che le quote cedute non possano superare l'1 per cento e che la privatizzazione debba essere capillare con il pacchetto di maggioranza che per diversi anni resterebbe nelle mani dello Stato senza nessun pericolo di scalate sono garanzie sufficienti», risponde Gasparri alle critiche che vengono da sinistra in un passo del volume di cui diamo un'anticipazione. Secondo l'ex ministro, infatti, per costruire una Rai del futuro e «per proiettarla su un mercato più ampio, dove si possano confrontare operatori diversi», serve ancora una volta la privatizzazione. E quelle della sinistra sono soltanto delle «strumentalizzazioni». Infatti, «una società quotata in Borsa dà maggiori garanzie perché chi la guida deve rispondere agli investitori e al mercato....E il mercato non consente certo di gestire l'azienda come un carrozzone». Insomma, lo sbarco in Borsa può solo far crescere la Rai e farla diventare più competitiva per Gasparri che così risponde a tutti coloro che hanno guardato con diffidenza a questa operazione fin dall'inizio, cercando in tutti i modi di ostacolarla. «Io sono convinto che il criterio meritocratico e la gestione manageriale dell'azienda consentano tranquillamente di coniugare qualità e ascolti», sostiene l'ex ministro che aveva in Cattaneo un perfetto interprete della sua idea di modernizzazione della Rai. Infatti in un altro passo, insiste sul tema affermando che la quotazione in Borsa sia «perfettamente compatibile con la missione di servizio pubblico della Rai, la cui privatizzazione è un percorso che conviene all'azienda e al Paese. Anche se mi rendo conto che l'ambiente politico vede questa privatizzazione con sofferenza. Io faccio parte di questo ambiente: non sono un kamikaze che vuol far saltare in aria tutto, però dico che da qualcuno deve venire la sollecitazione in questo senso, altrimenti continueremo tutti a lamentarci in uno schieramento o nell'altro per l'invadenza dei partiti nell'azienda televisiva pubblica». Per Gasparri infatti la privatizzazione della Rai non solo le garantirà maggiore solidità ma servirà innanzitutto a liberarla dallo stretto legame con la politica, costretta, solo allora «a fare un passo indietro».