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Berlusconi: «Basta cannibalismi tra alleati»

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Nuovo monito del premier a Casini: «Ricordati che i voti li dobbiamo togliere alla sinistra»

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Sono le nove del mattino quando Silvio Berlusconi, prima di lasciare Roma per il ponte dell'Immacolata, abbassa il finestrino della sua auto e si ferma a salutare i cronisti che lo attendono all'uscita di Palazzo Grazioli. Dieci minuti di conversazione, che bastano a sparigliare le carte sulle regole di comunicazione in campagna elettorale dopo che appena due giorni fa Lorenzo Cesa le aveva liquidate come «un capitolo chiuso». Adesso è il momento di incassare la legge elettorale, spiega Berlusconi pensando ai «niet» centristi, ma dopo bisognerà rimettere mano a quella che ribattezza come la «impar condicio», perché un partito come Forza Italia, che ha raccolto quasi il 30 per cento dei voti nel 2001, «non può avere in Tv lo stesso spazio di un partito che si presenta magari con un nuovo simbolo e per la prima volta»: una cosa, rincara il Cavaliere, «contraria a ciò che succede in tutte le democrazie occidentali». Ma non solo alla par condicio pensa Berlusconi per risollevare le sorti della maggioranza. Per mettere le ali ad una coalizione che sembra aver perso lo smalto del 2001, serve rilanciare il «disegno strategico» del partito unitario dei moderati, che garantirà «stabilità e moderazione nei toni» anche durante una campagna elettorale che il premier non ha paura di giocare a «tre punte»: attenzione però, è il monito che lancia ai partner, va bene il «tridente», ma ricordiamoci che «i voti dobbiamo toglierli all'altra parte», senza cannibalismi tra alleati. Insomma, se da una parte punzecchia soprattutto l'Udc sulla par condicio, dall'altra invita la Cdl, allargata anche alle forze minori, ad essere unita per far capire alla gente che i problemi (debito pubblico, buco di bilancio) il governo li ha ereditati, non creati, e che ora si sta impegnando per metterci una pezza, con un presidente del Consiglio che «da 5 anni lavora 15 ore al giorno». E anche il caro-prezzi che «ci imputa» la sinistra, si difende Berlusconi, non è colpa del governo, ma di Prodi che ha «svenduto la lira» al momento del cambio con l'Euro. Una sinistra, attacca il presidente del Consiglio, maestra nel disinformare un giorno sì e l'altro pure, come accaduto sulla Tav. Per questo, ripete, serve trasmettere ai cittadini quanto di buono ha fatto il Governo, le riforme realizzate e quelle in cantiere: prima fra tutte la legge sul risparmio, una riforma, assicura il Cavaliere, che «dobbiamo certamente fare» e che vedrà la luce subito dopo la Finanziaria. Ultimo capitolo la partita delle amministrative e della corsa al Campidoglio, fonte di tensioni nelle ultime settimane nella Cdl che vede l'un contro l'altro armati i ministri Baccini dell'Udc e Alemanno di An. Forza Italia, prova a conciliare Berlusconi, non presenterà nessun «campione» di partito a Roma, perché l'unica soluzione ragionevole «che si deve assolutamente trovare» per disarcionare Veltroni dalla poltrona di sindaco è quella di un candidato «unitario» dei moderati, «forte e autorevole».

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