«Fermiamo questa Tv dei reality»
La sua critica (implicita ma inequivocabile) stavolta è indirizzata in primo luogo ai reality show che dominano i palinsesti, ai loro protagonisti che, lamenta il presidente della Repubblica, «a volte ci appaiono inconsapevoli delle loro responsabilità» di modelli di riferimento per i giovani. Un'accusa che si intreccia con un richiamo ai genitori perchè ricordino che la funzione educativa primaria spetta alla famiglia e che «non si può delegare agli altri», tanto meno alla televisione. Al Teatro Ponchielli di Cremona, l'accusa di Ciampi è giunta inattesa. Certo, aggiunge il presidente, anche i media parlano ai giovani, e la televisione lo fa con la sua grande forza comunicativa. La famiglia, dice Ciampi, non può affidarsi passivamente alla radio e alla tv, che pure fanno bene quando ci aprono finestre sul mondo e sui suoi problemi». Ma non assolvono bene la funzione di «trasmettere principi di guida per tutta l'esistenza». Devono ricordarlo i padri di famiglia ed «è bene che lo tengano presente gli uomini e le donne che agiscono nei vari campi della vita pubblica. Non mi riferisco - spiega Ciampi - soltanto alla politica, mi riferisco a coloro di cui i mass media amplificano ed esaltano ogni azione e che talvolta ci appaiono inconsapevoli delle loro responsabilità, quali modelli di comportamento per la formazione dei giovani». Con chi ce l'ha, dunque, il presidente? I suoi collaboratori spiegano che in particolare, Ciampi e la signora Franca (che è critico televisivo severissimo che altre volte ha denunciato «quella deficiente della tv») ultimamente hanno guardato con disapprovazione la gara fra i reality show delle varie reti a contendersi l'audience mettendo in scena con poca serietà vicende umane che meriterebbero ben altra comprensione: amori, separazioni, divorzi in diretta, drammi umani e via dicendo. I richiami della coppia presidenziale su questi temi non sono una novità. Ciampi avverte una responsabilità politica e pedagogica connessa al suo ruolo di primi cittadino del Paese. Da padre e da presidente delle Camera, di Tv parla anche Pierferdinando Casini aprendo il convegno sul «Servizio pubblico e dignità della persona» di ieri. «Chiedo di rispettare i bambini. Auspico che a questo obiettivo, cui nessuno può sottrarsi, si possa giungere nel segno di un senso di responsabilità diffuso e condiviso, a partire da noi genitori e dalla nostra disponibilità a dialogare con i nostri figli davanti al televisore. Penso al problema della tutela dei minori - ha aggiunto Casini - non solo rispetto alla privacy, ma nel contesto generale del messaggio televisivo di cui i minori sono i fruitori più sensibili e indifesi». I forti richiami di Ciampi e di Casini non restanto inascoltati. Risponde subito il direttore della Rai Meocci: «Nei prossimi giorni incontrerò i direttori di rete e di testata e i responsabili dei programmi». Difende la Rai Bruno Vespa che trova il servizio pubblico «più prudente di Mediaset». Rispondono al monito istituzionale anche Baudo e Fede, protagonisti Rai e Mediaset. «Lavoriamo tutti insieme per una buona televisione», ha detto Pippo Baudo chiudendo il suo intervento nel corso del Tg4. Sia Fede che Baudo hanno fatto mea culpa. «A volte - ha detto Baudo - fare un punto in più di share ci porta a essere eccessivi e irresponsabili. Penso che noi che lavoriamo per la Rai, dobbiamo stare molto attenti».